“The Big deal”, il grande affare, così viene chiamato l’accordo che la scorsa notte ha portato all’accordo fra il premier Benjamin Netanyahu e il leader dell’opposizione, Shaul Mofaz e all’annullamento delle elezioni anticipate. Gli obiettivi di questo governo di coalizione sono stabilità e unità nazionale “per un responsabile processo di pace con i palestinesi e colloqui seri sul nucleare iraniano”.
Nel nuovo governo Mofaz assumerà l’incaricato di vicepremier; per Kadima si apriranno le porte della commissione Difesa ed Esteri. Grazie a quest’accorso Kadima otterrà anche la revisione della legge che esonera gli ultra-religiosi dal servizio militare. Per questi ultimi diventerà obbligatorio il servizio civile.
Ma mentre gli osservatori di tutto il mondo guardano a quest’accordo con speranza, in Israele il “big deal” è stato accolto da alcuni come un vero e proprio tradimento.
Centinaia di persone infatti, ieri sera sono scese in piazza a Tel Aviv, Gerusalemme e Beer Sheva per protestare contro il governo di unità nazionale a cui Netanyahu e Mofaz stanno dando vita. A Tel Aviv i manifestanti si sono ritrovati in Rothschild Boulevard e di fronte al teatro Habima – negli stessi luoghi da cui proprio un anno fa cominciò la “protesta delle tende” contro il carovita.
A fianco dei manifestanti a Tel Aviv c’erano anche Zipi Livni, l’ex leader del partito Kadima, i laburisti Isaac Herzog e Avishay Braverman, Nitzan Horowitz di Meretz, Dov Khenin di Hadash.
La Livni è intervenuta su richiesta, ha detto, “dei giovani che stanno lottando per il loro paese”. “Questi giovani si meritano una diversa forma della politica, una politica di principi non di sopravvivenza. E’ per questo che stanno lottando”.
“Bibi-Mofaz go home”, “l’intera nazione è l’opposizione” e ancora, “rovesciare il governo” sono stati gli slogan che hanno accompagnato la protesta.
La polizia, che ha dichiarato illegale la manifestazione e arrestato diverse persone, è intervenuta per fermare i manifestanti che volevano dirigersi al quartier generale del Likud in King George street.
Nel corso della manifestazione tre persone sono state arrestate, fra cui anche
La Livni, che si è dimessa la scorsa settimana da Kadima, in contrasto con le posizioni di Mofaz, ha dichiarato: “Certe volte è necessario un grande shock per portare la gente in piazza. La gente è stanca”.
Uno dei leader della protesta, Stav Shaffir, ha detto: “la gente è arrabbiata, si sente tradita. Nel giro di dieci giorni ci hanno mentito due volte”. “Non assisteremo impotenti, ci opporremo con tutte le nostre forze”, ha aggiunto.
Una grande manifestazione di protesta si attende ora per lunedì 12 maggio in piazza Rabin a Tel Aviv, in contemporanea con quelle che si svolgeranno per le vie di Gerusalemme, Haifa, Beersheba, KiryatShmona, Nahariya, Pardes Hannah e Eilat.