di Redazione
Il Medio Oriente è di nuovo sull’orlo del baratro. La tensione è alle stelle, catalizzando l’attenzione mondiale in un drammatico crescendo di violenza. Nelle ultime ore, l’incubo è diventato realtà: missili balistici lanciati dall’Iran, razzi dal Libano e dalla Siria hanno squarciato il cielo di Israele, colpendo duramente il centro del Paese.
Le esplosioni hanno causato la morte di un uomo a Jerico, un palestinese profugo da Gaza, e il ferimento di almeno due persone, e l’impatto psicologico è devastante: migliaia di cittadini terrorizzati sono stati costretti a fuggire nei rifugi antiaerei, mentre l’allarme risuona senza tregua.
Tel Aviv, cuore pulsante della nazione, è ora teatro di sparatorie in vari punti della città. Il suono dei colpi riecheggia ovunque, gettando la popolazione nel panico. Il terrore corre sottile, nessuno può prevedere cosa accadrà nelle prossime ore.
L’intera regione è in bilico, mentre il mondo osserva impotente una crisi che rischia di sfuggire definitivamente al controllo. Ai residenti è stato chiesto di non allontanarsi dalle aree sicure, mentre l’IDF ha chiarito che le misure restrittive resteranno in vigore per fronteggiare l’attacco coordinato da Hezbollah e Iran.
Colpita l’autostrada fuori Tel Aviv
Uno degli episodi più preoccupanti, come riferisce il Times of Israel, è stato il lancio di un razzo che, martedì, ha centrato un’importante autostrada appena fuori Tel Aviv. Due persone sono rimaste ferite e subito sono state imposte nuove misure di sicurezza. L’esercito, nel frattempo, si prepara per un’ulteriore intensificazione degli scontri con Hezbollah, soprattutto dopo un’incursione terrestre nel sud del Libano avvenuta durante la notte.
Israele lancia avvertimenti ai civili
Le sirene d’allarme hanno risuonato in tutta Israele, dalla Galilea settentrionale fino a Gerusalemme e Tel Aviv. L’esercito ha invitato i civili libanesi a evacuare l’area a sud del fiume Litani, mentre si preparano nuovi schieramenti di truppe lungo il confine. Questa mossa, probabilmente, segna l’ingresso in una nuova fase del conflitto, già segnato da settimane di pesanti attacchi contro le postazioni di Hezbollah in Libano. Il lancio di razzi, avvenuto a metà mattinata di martedì, rappresenta la prima ondata di attacchi diretti al centro di Israele da quando è stata annunciata l’operazione di terra. Mentre il nord di Israele è stato bersagliato da numerosi missili, si è registrato anche un tentativo fallito di attacco con droni su Tel Aviv, rivendicato dai ribelli Houthi dello Yemen, alleati di Hezbollah e dell’Iran.
Chiusi scuole, spiagge e luoghi pubblici
In risposta agli attacchi, l’IDF ha annunciato una serie di nuove restrizioni: chiuse scuole e luoghi di lavoro senza accesso ai rifugi, interdette le spiagge e limitati gli assembramenti. Non più di 30 persone possono radunarsi all’aperto, mentre al chiuso il limite è stato fissato a 300. Le misure interessano tutto il nord e il centro del Paese, inclusa Tel Aviv, Gerusalemme, la regione costiera di Sharon, l’area del Carmelo vicino a Haifa, Wadi Ara e la Cisgiordania settentrionale.
Razzi su Tel Aviv, ferito un conducente di autobus
Uno dei razzi, lanciato dal Libano, ha colpito la trafficata Route 6, vicino alla città di Kafr Qassem. L’esplosione ha lasciato un cratere sulla strada e frammenti del razzo hanno perforato un autobus di passaggio. Il conducente, un uomo di 54 anni, è stato ferito alla testa ed è stato trasportato in ospedale in condizioni moderate, come riportato dal servizio di soccorso Magen David Adom. Altri passeggeri sono stati trattati per lo shock, mentre un secondo automobilista è stato ferito in modo lieve.
Hezbollah ha rivendicato il lancio dei missili, affermando di aver colpito la base militare di Glilot, vicino a Herzliya, sede di importanti strutture dell’Intelligence israeliana.
Il futuro incerto
Mohammed Afifi, portavoce di Hezbollah, ha definito gli attacchi contro Tel Aviv «solo l’inizio». Le difese israeliane hanno respinto molti dei razzi, ma la tensione resta palpabile. Le sirene di allarme continuano a suonare e il Paese è in stato di massima allerta.
Mentre Israele si prepara a fronteggiare ulteriori attacchi, l’ombra di un conflitto ancora più ampio sembra avvicinarsi, portando con sé una sensazione di incertezza per il futuro della regione.