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Tensione e dolore a Gerusalemme dove centinaia di persone hanno sfilato a sostegno delle vittime dei fatti di giovedì scorso al Gay Pride quando un ebreo fanatico ultraortodosso ha accoltellato sei persone, una delle quali – una ragazza di appena 16 anni – è poi deceduta.
Con la scritta “Come può accadere questo a Gerusalemme?” i manifestanti hanno sfilato per le vie della capitale dello Stato ebraico, dopo che la ragazza di nome Shira Banki, 16 anni, è morta in seguito alle ferite riportate. Le cerimonie si sono tenute in varie zone di Gerusalemme estendendosi anche al Meir Park di Tel Aviv e a Beersheva.
A Gerusalemme è stata eseguita una canzone “Shira’s song” (la canzone di Shira) scritta per la ragazza e suonata su richiesta della sua famiglia. “Chi avrebbe mai creduto che nelle strade di Gerusalemme, una ragazza innocente e piena di talento e di valori sarebbe stata uccisa a sangue freddo e senza motivo”. Queste le parole di Sara Kala presidente della Casa della Tolleranza e dell’Orgoglio di Gerusalemme.
Alla veglia di Tel Aviv, Erel David ha espresso sconvolgimento per l’omicidio e ha raccontato le proprie paure come adolescente gay che vive a Gerusalemme. “Innanzitutto abbiamo fiducia in noi stessi in quanto giovani israeliani” ha detto David a Ynet news “ma quando succede a te, quando accade a qualcuno della tua età che si sta preparando per il militare e viene accoltellato alla schiena in strada dove una marea di ufficiali di polizia presidiavano la zona, perdi qualsiasi sicurezza. Come può succedere nella nostra capitale e in un Paese democratico e libero a dispetto dei suoi problemi? Sono veramente spaventato”.
Allo stesso tempo, il Ministro dell’Educazione, Naftali Bennet, ha rilasciato alcune dichiarazioni, nel suo discorso alla Leyada School, dove la giovane Banki studiava, davanti ai suoi compagni di classe riuniti per l’occasione. “Questa giovane è stata uccisa e non sappiamo come accettarlo”, ha detto Bennet. Egli ha aggiunto “gli studenti israeliani non devono aver paura di chi sono e di cosa sono”. “La nostra meravigliosa Shira è stata uccisa” ha proseguito Bennet “senza nessuna ragione”. Nadav Harobi che era professore dell’adolescente ne ha ricordato l’energia e il lavoro nel campo del volontariato. Me la ricorderò per sempre come una ragazza sveglia e vivace e impegnata nel sociale”. Il Primo Ministro Netanyahu ha mandato le sue condoglianze alla famiglia della giovane condannando la violenza. “Non permetteremo” ha detto il Primo Ministro “che fatti del genere mettano a rischio i valori fondamentali della democrazia israeliana sui cui si fonda la nostra società. Condanniamo l’attacco di giovedì e lavoreremo per riportare la giustizia nel Paese condannando il colpevole”. Precedentemente, il portavoce della Knesset, Yuli Edelstein, ha annunciato che il parlamento tornerà a discutere dei recenti episodi, delle violenze al Gay Pride e dell’attacco contro la famiglia palestinese vicino a Nablus, dove è morto un bambino di appena 18 mesi e dove i suoi genitori e il fratellino di 4 anni sono rimasti gravemente ustionati.
Entrambi gli attacchi sono stati condannati in Israele e internazionalmente e hanno provocato grande shock nella società israeliana. Manifestazioni, dichiarazioni e reazioni si sono susseguite nel week end in tutto Israele per protestare contro la violenza. A questo proposito, il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat ha espresso le sue condoglianze alla famiglia Banki promettendo di continuare a sostenere e a promuovere la libertà d’espressione nella capitale.
Intanto, un incendio di probabile origine dolosa ha devastato nelle ultime ore i dintorni di Gerusalemme.
(a cura di Roberto Zadik)