di Roberto Zadik
Nel pieno del periodo festivo e del fermento politico alla vigilia delle primarie del Likud e delle elezioni politiche il prossimo 2 marzo, ricominciano gli attacchi missilistici. Mercoledì 25 dicembre, la sera, un missile è stato lanciato, probabilmente dai miliziani di Hamas, sulla città di Ashkelon. Fortunatamente grazie ai sofisticati sistemi Iron Dome esso è stato annientato prima che colpisse il suo bersaglio, ma l’esercito israeliano ha prontamente risposto all’offensiva. I militari infatti hanno attaccato diversi avamposti Hamas a Gaza, senza provocare vittime o feriti visto che di notte gli edifici erano disabitati.
Tutto questo è accaduto proprio mentre il premier Netanyahu era impegnato in un evento elettorale e, stando alla notizia riportata sul Times of Israel, sembra sia stato costretto a evacuare in un rifugio assieme a una dozzina di suoi sostenitori. Stando alle notizie apparse sul web in queste ore, verso le 1 di notte gli elicotteri dell’IDF (Forze di Difesa Israeliane) abbiano bombardato una serie di siti strategici dell’organizzazione terroristica palestinese nella zona a sud di Gaza vicino a Khan Younis, come hanno confermato anche le fonti di informazione di Shehab, canale legato a Hamas. Secondo quanto specifica il Times non è la prima volta che questi attacchi missilistici interrompono gli eventi elettorali di Netanyahu. Infatti anche a settembre due missili erano stati lanciati su Ashdod e Ashkelon costringendo il premier a bloccare un suo intervento pubblico, “tirandolo via dal palco” come riporta il sito della CNN a una settimana dalle elezioni mentre la folla trionfalmente inneggiava a lui “Bibi, Bibi”. Ebbene anche ieri sera il leader del Likud era sul palco e mentre stava tenendo un suo discorso la notizia è arrivata. Riferendosi a quanto accaduto la volta scorsa egli ha affermato in un post su Twitter “chi ha lanciato il razzo l’altra volta ci ha lasciato”, riferendosi ironicamente all’uccisione da parte dell’esercito israeliano del leader terroristico della Jihad Baha Abu al Ata che sembra sia stato l’ideatore dell’attacco missilistico. “Anche i responsabili di questa offensiva” ha aggiunto “dovrebbero prepararsi a fare i bagagli”.
Nonostante l’attacco di mercoledì finora non sia ancora stato ufficialmente rivendicato da nessuna organizzazione terroristica, stando a quanto dichiarato giovedì dai militari israeliani la responsabilità di questi atti terroristici sarebbe quasi sicuramente di Hamas dal momento che essa domina nella Striscia di Gaza e che questi atti “contro i cittadini israeliani”, come ha dichiarato l’esercito “non resteranno impuniti”. Stando a quanto riportato dal sito del prestigioso The Guardian al suono delle sirene, Netanyahu scortato dalle sue guardie del corpo si sarebbe allontanato dal palco e che sia stato portato subito in un rifugio. Poco dopo una serie di aerei e elicotteri si sono diretti verso Gaza. Il premier in questi mesi, sempre secondo The Guardian, sta lottando duramente per mantenere la sua leadership, contro le accuse di corruzione che egli tenacemente sta cercando di negare in ogni modo e contro le accuse dei suoi avversari che lo incolperebbero anche di non essere riuscito a fermare le minacce missilistiche da Gaza. A questo proposito, sempre la testata britannica, riporta le dichiarazioni del suo antagonista Benny Gantz che ha denunciato “la situazione pericolosa in cui vivono i cittadini israeliani minacciati dal terrorismo e la vergognosa incapacità del Primo Ministro nel garantire la sicurezza nel sud del Paese”.