Chaya Zisel Braun aveva 3 mesi. È stata uccisa il 22 ottobre a Gerusalemme da un terrorista che ha lanciato la sua auto contro un gruppo di ebrei appena scesi da un tram. Il padre e la madre della piccola sono tra gli otto feriti. Figlia unica nata dopo diversi anni di matrimonio, lascia la sua famiglia nella disperazione.
La polizia ha sparato sul conducente, ferendolo, e l’ha arrestato, ma è deceduto all’ospedale. La neonata è stata ricoverata in condizioni disperate e non è sopravvissuta. Tra le otto persone che sono state ferite, una versa in gravi condizioni.
Il governo israeliano ha affermato che l’autore dell’attacco è un palestinese membro del movimento islamico di Hamas. “Il terrorista palestinese che ha ferito otto persone stasera a Gerusalemme e ucciso una neonata è membro di Hamas”, ha scritto su Twitter il portavoce del governo Ofir Gendelman.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha “dato l’ordine di rafforzare la presenza di polizia a Gerusalemme e ha accusato il presidente dell’ANP di aver incitato alla violenza nei giorni scorsi”.
Il Presidente dello Stato di Israele, Reuven Rivlin ha dichiarato: «L’atroce morte di una bambina innocente, vittima di un terrorismo indiscriminato, dovrebbe disgustare chiunque abbia un cuore. La violenza che sta diffondendosi sempre di più nelle strade arabe e in quelle di Gerusalemme, che purtroppo è incoraggiata dai leader del mondo arabo, ottiene il risultato di destabilizzare i delicati equilibri di convivenza nella capitale israeliana. Le nostre forze di sicurezza sapranno reagire con decisione a queste brutali operazioni terroristiche, per difendere la popolazione nella propria Capitale».
Il giorno prima, 21 ottobre, un’auto era gia stata usata come strumento di morte in Canada, quando un giovane uomo, convertito all’islam, si era scagliato contro due soldati. L’attacco terroristico era stato poi seguito dalla sparatoria al Parlamento di Ottawa, episodio ancora sotto indagine. Sembra la risposta alle esortazioni del Califfo Al-Baghdadi che ha chiesto a tutti gli islamici di colpire i cittadini dei Paesi nei quali vivono.