di Paolo Castellano
Il 26 aprile la Corte Suprema d’ Israele era stata molto chiara: lo Shin Bet avrebbe potuto continuare a tracciare i cittadini positivi solamente se il governo avesse legiferato sul monitoraggio per garantire la privacy degli israeliani.
Come riporta i24 News, Benjamin Netanyahu e la sua coalizione di governo hanno ottenuto una proroga per l’operazione dello Shin Bet. Inizialmente il governo aveva chiesto 6 settimane – metà giugno – però si è deciso che il tracciamento finirà il 26 maggio. Entro questa data dovrebbe arrivare la norma sulla protezione dei dati riguardo al programma per la lotta al Covid-19.
La commissione d’intelligence della Knesset ha dunque autorizzato lo Shin Bet a continuare la propria attività e a monitorare i telefoni degli israeliani per rintracciare i movimenti dei positivi al Coronavirus, avvisando le persone che rischiano il contagio.
Il sistema di tracking utilizza infatti i dati sulla posizione dei cellulari o smartphone, gli acquisti tramite la carta di credito e le informazioni digitali. Tale metodo viene infatti utilizzato per la lotta al terrorismo. In base a queste informazioni, lo Shin Bet può avvisare e chiedere la quarantena per tutte quelle persone che si sono trovate ad almeno due metri, nell’arco temporale di 10 minuti, da un individuo risultato positivo al Covid-19.
Come riporta il The Times of Israel, lo Shin Bet non utilizzerà i dati raccolti dopo la fine del programma, che è stato autorizzato dalle normative d’emergenza del governo. Tuttavia, dopo la fine della pandemia, il Ministero della Salute d’Israele potrà utilizzare queste informazioni a fini di ricerca per ulteriori 60 giorni. Lo scopo sarà quello di studiare e individuare l’evoluzione dell’epidemia nello Stato ebraico.
Nonostante le rassicurazioni delle istituzioni, alcune associazioni protestano per chiedere la chiusura del controverso programma di tracciamento del Covid-19. Come riporta i24 News, ci sono parecchie polemiche in Israele: circolano numerose petizioni che pretendono la fine della sorveglianza.
A supporto del programma governativo di tracciamento è intervenuto nel dibattito pubblico Sigal Sadetsky, capo dei servizi di sanità pubblica presso il Ministero della Sanità d’Israele. L’alto funzionario ha dichiarato che il monitoraggio sarà ancora più utile nella fase 2, mentre Israele si appresta a riaprire ampie aree della sua economia, eliminando le restrizioni imposte per contrastare la diffusione del Coronavirus.
Come riporta il The Times of Israel, Sadetsky ha inoltre presentato alcuni dati. Secondo le sue stime, il tracciamento ha individuato 5.516 israeliani positivi al Covid-19 – il 7% dei cittadini che hanno ricevuto un messaggio di allerta da parte dello Shin Bet.
Tracciamento Covid-19 in Israele. La Corte Suprema chiede una legge per garantire la privacy
La Corte Suprema israeliana ha chiesto al governo d’Israele di legiferare sulle strategie di tracciamento anti-Coronavirus. Lo riporta il sito d’informazione Reuters. La sentenza è arrivata il 26 aprile dopo la denuncia di un’associazione israeliana preoccupata dalle possibili violazioni della privacy.
Mentre in Europa infiamma il dibattito sulla creazione di un app che possa tracciare gli individui positivi al Covid-19, rispettando la loro privacy, in Israele questo è già realtà. Già a marzo, Benjamin Netanyahu ha autorizzato lo Shin Bet, servizio di sicurezza interno, a monitorare i telefoni dei cittadini israeliani per contenere la diffusione del Coronavirus. Una presa di posizione che però non ha specificato chiaramente come il tracciamento tratterà i dati sensibili raccolti dall’agenzia di sorveglianza.
Questa decisione è stata contestata dall’Associazione per i diritti civili in Israele (ACRI) che il 26 aprile ha ottenuto una parziale vittoria. La Corte Suprema ha infatti chiesto al governo in carica di creare una legge apposita entro il 30 aprile specificando i termini legati alla privacy degli abitanti di Israele. Inoltre la futura norma dovrà essere applicata entro poche settimane se lo Shin Bet vorrà continuare a tracciare i telefoni delle persone per contrastare la diffusione del virus.
La tecnologia sotto i riflettori dell’opinione pubblica israeliana è abitualmente utilizzata nelle operazioni anti-terrorismo. Grazie alla collaborazione con il Ministero della Sanità, lo Shin Bet può localizzare i positivi e avvisare gli individui che si trovano nelle vicinanze di una persona infetta. Come ricorda Maayan Lubell di Reuters, la pratica è già stata sottoposta al controllo del parlamento israeliano a seguito di un’altra sentenza.
«La scelta dello Stato di utilizzare un servizio di sicurezza preventiva per monitorare senza alcun danno chi non lo desidera, senza il consenso, solleva grandi problematiche e deve essere trovata un’alternativa adeguata, compatibile con i principi della privacy», ha sentenziato la Corte Suprema.
All’interno della sentenza viene anche sottolineata l’importanza di non creare precedenti pericolosi che potrebbero “giustificare strumenti straordinari e dannosi” per il popolo israeliano.