Il ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni sarà in visita a Roma il 12 giugno, dove tra l’altro sarà ricevuta dal titolare della Farnesina, Franco Frattini. Nella mattinata Frattini sarà a Parigi per la conferenza internazionale sull’Afghanistan e rientrando nel pomeriggio a Roma, incontrerà Livni alla Farnesina.
I temi in agenda spazieranno dalla complessa situazione in Medio Oriente allo spinoso dossier nucleare iraniano. L’Italia ha avanzato infatti la sua candidatura per l’ingresso nel ‘5+1’, il gruppo dei cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu più la Germania che trattano con Teheran per la sospensione dell’arricchimento dell’uranio.
Tzipora (“Tzipi”) Livni è nata a Tel Aviv, l’8 luglio 1958; arriva all’attività politica dopo la carriera di avvocato. È figlia del combattente dell’Indipendenza israeliana Eitan Livni, militante nell’Irgun durante gli anni del mandato britannico sulla Palestina.
Fu eletta per la prima volta alla Knesset nel 2001 con il Likud, ricoprendo poi, tra le altre, le cariche di Ministro dell’Immigrazione e di Ministro della Giustizia.
Convinta sostenitrice del principio “Due popoli, due stati” riguardo la questione mediorientale, con Ariel Sharon ed Ehud Olmert ha fondato il partito centrista Kadima (“avanti” in ebraico), per sostenere l’impegno di Ariel Sharon ad evacuare la Striscia di Gaza superando l’opposizione dell’ala destra del Likud, capitanata da Benjamin Netanyahu. Venne quindi nominata Ministro degli Esteri.
Nuovamente eletta alla Knesset, venne confermata, nel Governo di Ehud Olmert, Ministro degli Esteri (seconda donna nella storia ad occupare la carica, dopo Golda Meir) e nominata Vice – Primo Ministro.
Attualmente è uno dei politici più popolari del Paese, uscita indenne dal tracollo che il Governo Olmert subì a seguito dell’insuccesso della guerra in Libano dell’estate 2006. A seguito delle polemiche e dello scontento dell’opinione pubblica, chiese pubblicamente ad Ehud Olmert di dimettersi dalla carica di Primo Ministro, ma senza risultato.
Nel 2007 la rivista Time ha inserito Tzipi Livni fra le 100 persone che stanno trasformando il mondo.
Dopo lo scandalo che sta travolgendo Ehud Olmert, con attacchi da parte del ministro della difesa Ehud Barak (laburista) anche il ministro degli esteri Tzipi Livni ha di nuovo invitato il primo ministro a farsi da parte affermando che “occorre prepararsi fin d’ora ad elezioni primarie nel partito Kadima e ad elezioni politiche anticipate”. Gli attacchi nei confronti di Olmert sono legati alla deposizione di un finanziare statunitense, Morris Talasnky, che ha sostenuto di avergli inoltrato per quindici anni mazzette per una cifra complessiva di almeno 150 mila dollari.
“Dobbiamo dire con chiarezza che nella politica israeliana occorrono norme diverse, che è possibile fare politica in modo pulito” ha aggiunto la Livni, con un attacco allo stesso Olmert e una velata auto-candidatura alla guida del Paese. Sarà lei la nuova “donna forte” della politica israeliana?