di Luciano Assin
La filosofia dell’ebraismo e’ permeata dal concetto del ricordo trasformato molte volte in un vero e proprio precetto, un dovere, Bisogna ricordare cosa ci ha fatto Amalek, che fummo schiavi in Egitto, la Shoah, la distruzione del Tempio e molto altro ancora. Questa “forma mentis” e’ molto viva anche in Israele soprattutto per quello che concerne il ricordo dei nostri cari. E’ cosa del tutto normale pubblicare una raccolta di ricordi in cui parenti e amici raccontino brevi aneddoti sul defunto insieme a brani scritti dal medesimo. Altri preferiscono organizzare eventi su base annuale che abbiano un legame caratteriale con lo scomparso: una marcia podistica, un torneo sportivo, gite ed altro ancora. Un capitolo a parte e’ riservato a chi e’ caduto nell’adempimento del proprio dovere durante il servizio militare. “Israele non ci e’ stato servito su un vassoio d’argento” come recita una famosa poesia di Alterman e la lista che si allunga ogni anno di piu’ non fa che confermarlo. Una delle innumerevoli iniziative tendenti a perpetuare il ricordo di queste giovani vittime tentando di non cadere in facili sentimentalismi viene da Galei Zahal, la radio dell’esercito, che a partire dal 2001 attua un progetto chiamato “Fra poco ci trasformeremo in canzoni”. Si tratta di mettere in musica brani di lettere, poesie o altro scritte dai caduti per diventare poi canzoni vere e proprie. In questo progetto vengono coinvolti i maggiori cantanti israeliani, ognuno di loro riceve una serie di testi fra i quelli scegliere quello da mettere in musica; tutto il processo di elaborazione e di arrangiamento musicale dei testi e’ seguito dai familiari delle vittime, in modo da renderli personalmente partecipi alla realizzazione finale.
Numerosi sono gli artisti coinvolti in questo progetto; tutti insieme queste canzoni diventano un miscuglio di stili e ritmi musicali totalmente differenti, cercando di riflettere il più possibile le tante, diverse sfaccettature della societa’ israeliana. Fra i diversi cantanti coinvolti nel progetto, tutti a titolo volontario, si possono trovare dei veri e propri mostri sacri della musica israeliana, da Arik Einstein ad Hava Alberstein, a Shlomo Artzi, Idan Raichel.
Le canzoni di quest’anno sono basate su testi scritti da soldati caduti durante la Guerra del Kippur di cui ricorre il quarantesimo anniversario. Per l’occasione sono stati musicati otto testi.
Certo, non sarà una canzone ad alleviare lo sconforto ed il lutto che ogni famiglia vive ogni giorno che passa, ma il fatto stesso che la societa’ israeliana cerchi costantemente nuove strade per lenire il loro dolore – che e’ il dolore di tutti noi – e’ la prova che la volonta’ non manca.