di Paolo Castellano
Entusiasmo in Israele per i risultati della campagna vaccinale in corso. Il 25 marzo, il ministro della Salute Yuli Edelstein ha dichiarato alla stampa che più della metà della popolazione israeliana ha ricevuto la seconda dose del vaccino Pfizer. Ciò ha infatti comportato la drastica discesa del tasso d’infezione che attualmente si attesta intorno al 1% con 450 casi recenti.
Come riporta Ynetnews, un risultato che crea ottimismo nella lotta contro il Coronavirus dato che da dicembre i sanitari israeliani stanno inoculando agli adulti dai 16 anni in su il preparato Pfizer. Tuttavia, il Ministero della Salute ha invitato la popolazione a non cedere all’entusiasmo, rispettando le regole sanitarie stabilite dal protocollo per la pandemia.
Infatti, gli scienziati e i dati israeliani affermano che generalmente un individuo raggiunga l’immunità dal Covid dopo una settimana dalla seconda iniezione. Per questa ragione, i medici raccomandano cautela.
Duque, il Ministero della Salute ha sottolineato che nei prossimi mesi verranno completate le somministrazioni previste per i 9,3 milioni abitanti d’Israele. Compresi i residenti palestinesi nella zona Est di Gerusalemme e negli insediamenti in Cisgiordania. Come è ormai noto, Israele ha intenzione di immunizzare i lavoratori palestinesi e ha donato dei vaccini anche a coloro che vivono fuori dai suoi confini.
Nonostante l’opacità e la limitatezza della sua strategia vaccinale, l’Autorità Palestinesi ha ricevuto altre dosi da Russia, Emirati Arabi Uniti e OMS che opera attraverso il programma COVAX.
(foto: Yahoo News India)