Viva Israele, lultimo libro di Magdi Allam, è stata la molla che ha spinto al teatro Dal Verme, a Milano, il 7 giugno una folla enorme. – 1200 persone allinterno del teatro – e altre 200 in fila nella speranza di poter entrare ad ascoltare il dibattito. Eppure si parlava solo di tolleranza, pace, libertà religiosa, rispetto reciproco, civiltà della vita.
Anfitrione della serata Andrée Ruth Shammah, la regista che da anni porta avanti in città il dialogo culturale al suo teatro Franco Parenti, circondata da un parterre di tutto rispetto: Camillo Fornasieri, Sergio Scarpelli, Giorgio Vittadini, Dounia Ettaib, Claudio Morpurgo, Andrea Pamparana, Yasha Reibman, Paolo Sorbi e, naturalmente, Magdi Allam, il protagonista della serata.
Magdi è una persona straordinaria, dice a Mosaico Yasha Reibman, che nel suo intervento lo ha provocatoriamente proposto come futuro Ministro degli esteri italiano. Colto, sensibile, ha fatto una scelta coraggiosa, che lo fa vivere blindato. È il moderno erede di Rosselli, Salvemini e Gobetti, continua Reibman, in lotta contro ogni fondamentalismo. Viva Israele in questo contesto diventa dunque una semplice metafora che serve a ricordare che Israele è lunico paese democratico dellarea mediorientale, la cui difesa va ben al di là della salvaguardia di questo singolo Stato: vuol dire combattere per la libertà di parola, religione, convivenza civile, rispetto delle persone e delle loro convinzioni politiche e religiose oggi negate in molti paesi mediorientali e africani, e delle quali lOccidente è spesso dimentica. Dunque, Viva Israele in nome della tolleranza.
Su Bollettino di luglio 2007 interviste a Magdi Allam e a Yasha Reibman.