Witz “smonta” Israel Lobby

Israele

Un confronto vinto.
I promotori di Witz e tanti altri non hanno avuto paura del confronto e si può dire che sostanzialmente lo hanno vinto.
Come nelle antiche dispute teologiche, il compito era difficile e rischioso per la corposità del tomo e per le qualifiche degli autori (Walt è di Harvard).
La serata, organizzata ottimamente da Mondatori al Cinema Apollo e condotta dal giornalista Daniele Moro di TG5 con il commento di Parsi, accademico di fama, è iniziata con la proiezione di un filmato, realizzato da Davide Parenzo, conduttore di TeleLombardia e commentato da Renato Manneihmer, sulla percezione degli ebrei, di Israele e della Lobby ebraica da parte del pubblico della strada. Ne è venuto fuori un ritratto stupefacente (gli ebrei sarebbero circa 2 milioni in Italia secondo la maggior parte degli intervistati) ed una conferma dell’accezione negativa della parola Lobby, al contrario che negli USA, e quasi sempre associata agli ebrei e al loro stare insieme.
Parsi, che da serio studioso qual è, si è preso la briga di leggersi tutto il libro, ha illustrato in maniera efficace l’impianto dello stesso, sottolineando gli aspetti che poteva condividere e quelli invece da criticare, sia dal punto di vista metodologico sia di contenuto; in particolare ha sollevato le sue perplessità sulla tesi che l’attacco alle Torri Gemelle fosse una conseguenza anche della politica filo israeliana dei presidenti USA o che gli Stati Uniti abbiano una significativa presenza in Medio Oriente a causa di Israele, quando in realtà sarebbero comunque lì per la circostanza strategica della presenza delle fonti di energia.

Quindi è toccato il turno dei due autori, i quali hanno sostenuto fra l’altro che gli USA hanno invaso l’Iraq su pressione della Lobby di Israele, che Israele non è seriamente minacciato perché è il più forte di tutti e che quindi non ha bisogno di tutti i soldi che gli danno gli americani e così via ….

Successivamente i promotori di Witz e molti altri hanno posto numerose e circostanziate domande, sia sul contenuto sia sugli obiettivi dichiarati del libro.
Gli autori spesso ,anziché rispondere nel merito, hanno ripetuto in maniera ossessiva il loro “pensiero unico”, arrivando ad affermare che il terrorismo, il lancio di missili su Israele non cesseranno finché gli israeliani “non si ritireranno da Gaza” ( e qui si è scatenata l’ilarità del pubblico ) e dalla Cisgiordania, così come la guerra degli Hezbollah e che in buona sostanza è Israele che rifiuta la Pace e i “giusti” compromessi…

A quel punto la maggior parte degli interventi del pubblico è stato un incalzante commento alla superficialità delle analisi degli autori e sul valore delle loro conclusioni (naif per alcuni), sulle loro incrollabili certezze, compreso un professore dell’Università di Chicago presente in sala che messo in dubbio la serietà scientifica delle loro tesi.
Come ha affermato giustamente il coordinatore di Witz: “Il libro ha una parte scientifica, ma è sostanzialmente politico”.