16 ottobre: Yad Vashem ricorda tutte le vittime della Shoah italiana

Italia

“Ch’anno bussato alla porta. Abbiamo aperto perché mi madre si faceva delle iniezioni e credeva che fosse l’infermiera che veniva a fargliela. Invece si sono presentati i tedeschi con un foglio in mano scritto in italiano dove diceva di prendere tutto: “ Portate tutto il mangiare che voi avete, gioie e soldi, perché si deve andar via di qui e portarvi a lavorare in un altro luogo!” Dovevamo andare con loro. Tempo: dieci minuti. Erano violentissimi, erano truppe scelte per fare questo lavoro. C’hanno fatto scendere a tutti del palazzo. C’erano sotto i camion.[…]“ (M.Pezzetti, “Il Libro della Shoah italiana,” Einaudi 2009, p. 56).

Era l’alba del 16 ottobre 1943 quando Sabatino Finzi e i suoi famigliari furono caricati su un camion, portati al carcere di Regina Coeli e da lì, due giorni dopo, caricati su un treno che li condusse ad Auschwitz. quel che accadde a Sabatino, all’epoca appena quindicenne, accadde a più di 1200 ebrei di Roma, presi dai nazisti casa per casa.

Dei 1259 ebrei rastrellati a Roma il 16 ottobre e condotti ad Auschwitz,  Sabatino fu uno dei pochissimi che riuscì a salvarsi. Insieme a lui soltanto altri 15 della retata del 16 ottobre: Michele Amati, Settimia Spizzichino, Arminio Wachsberger, Lazzaro Anticoli, Enzo Camerino, Luciano Camerino, Giacomo Di Cori, Lello Di Segni, Angelo Efrati, Cesare Efrati, Ferdinando Nemes, Mario Piperno, Leone Sabatello, Angelo Sermoneta, Isacco Sermoneta.

I loro nomi oggi fanno parte dell’interminabile elenco dei 6809 ebrei deportati dall’Italia dopo l’8 settembre 1943, vittime della Shoah italiana. Essi compaiono nel “Libro della Memoria” di Liliana Picciotto, che ha raccolto e verificato quei nomi, ad uno ad uno in quasi trent’anni di ricerche; e compaiono nel monumento virtuale dedicato ad essi che la Fondazione CDEC inaugurato lo scorso 27 gennaio, I nomi della Shoah. Memoriale delle vittime della deportazione 1943-1945.

Tra qualche mese,  questi stessi nomi compariranno anche nella grande banca dati online del Museo Yad Vashem di Gerusalemme. Per questo la Fondazione CDEC ha siglato un accordo con il Museo Yad Vashem per la consegna ufficiale dell’elenco di nomi e dati anagrafici di ciascuno dei quasi 7000 deportati dall’Italia. Tale consegna avverrà a Gerusalemme, martedì 16 ottobre, in occasione delle celebrazioni del 69° anniversario della retata del Ghetto di Roma, alla presenza sia di Liliana Picciotto autrice della ricerca, e del presidente della Fondazione CDEC, Giorgio Sacerdoti, sia delle autorità israeliane e italiane – fra cui l’ex rabbino capo d’Israele, Meir Lau, e l’ambasciatore d’Italia in Israele, Francesco Talò.

Attualmente nella banca dati online di Yad Vashem i nomi degli ebrei italiani compaiono soltanto se qualcuno tra i famigliari ha compilato la cosidetta “Page of Testimony”.
Oggi facendo una ricerca nel database, si può trovare per esempio il nome di Enrica Spizzichino, figlia di Vittorio e Giuditta Terracina, arrestata insieme ai genitori il 16 ottobre, ma non quello di Leone Bondì e dei suoi cinque figli (Bendetto, Elena, Fiorella, Giuseppe, e Umberto) anch’essi catturati il 16 ottobre e anch’essi mai più tornati da Auschwitz. Questo accade perchè  una parente di Enrica Spizzichino nel 1998 ha compilato la “pagina di testimonianza” di Yad Vashem, mentre nessuno, evidentemente, ha potuto compilare una“pagina di testimonianza” per Leone Bondì e la sua famiglia.

La consegna dell’elenco dei nomi da parte della Fondazione CDEC andrà a colmare anche questa lacuna.