di Ilaria Myr
Doveva essere una commemorazione importante quella in occasione del 70 anno dalla liberazione del campo di Auschwitz. Ma quelle del prossimo 25 aprile saranno ricordate come le celebrazioni della vergogna.
Prima l’Aned di Roma, che il 2 aprile aveva annunciato di non partecipare alla manifestazione nella capitale per «la presenza di alcune sigle presenti senza alcun titolo».
Poi, l’annuncio del presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici, che ha dichiarato: “Il prossimo 25 Aprile, Anniversario della Liberazione d’Italia, sarà Shabbat. Nel rispetto del riposo sabatico, secondo la tradizione ebraica, la Comunità Ebraica di Roma non potrà partecipare al consueto corteo o ad altre iniziative che si svolgeranno lungo quella giornata fino alla conclusione del tramonto. Ma non ci saremo anche perché i palestinesi, che chiedono di essere al corteo, durante la guerra erano alleati dei nazisti».
A Milano, invece, la Brigata Ebraica sarà ‘scortata’ dal Pd, in un clima che si annuncia comunque di alta tensione. «È la nostra risposta ai faziosi e ai teppisti della storia: tolleranza, diversità e dialogo», dice il portavoce della Brigata, Davide Romano. L’allerta è massima. Ma anche Daniele Nahum, responsabile della cultura dei Dem milanesi ed esponente della comunità ebraica, dice: «Il corteo del 25 Aprile non deve essere schiavo di sigle che si proclamano antifasciste ma nei comportamenti riproducono modelli fascisti e antisemiti».