di Nathan Greppi
Il 20 maggio a Milano, tra Piazza XXIV Maggio e Corso San Gottardo, un ebreo venne aggredito perché portava la kippah in pubblico. I due che gli hanno sputato addosso, prima gli chiesero se era yehudi. Ciò ha fatto sorgere il timore che anche a Milano, come in molte città francesi, ci siano zone e quartieri dove non è sicuro per gli ebrei andare in giro con la kippah.
Per ribadire la libertà di ognuno di poterlo fare, la sera di martedì 26 luglio si è tenuto proprio in Corso San Gottardo un incontro di natura politica, dal titolo Un aperitivo in kippah contro l’antisemitismo milanese. L’evento è stato organizzato dall’Associazione per l’Iniziativa Radicale ‘Myriam Cazzavillan’ e dal movimento L’Italia c’è.
I presenti si sono riuniti alla fermata del tram, dove a ognuno è stata prestata una kippah da indossare. Poco dopo, ci si è diretti tutti insieme verso un locale vicino, il Thoka Cafe dove, mentre si mangiava e beveva, c’era chi spiegava ai meno esperti le regole che deve osservare un ebreo praticante. Intorno non ci sono state reazioni particolari, se si eccettua un uomo anziano che ha urlato contro il gruppo.
Tra i partecipanti, erano presenti anche rappresentanti della politica a livello locale quali Alessio Alberti (Italia Viva) e Alessandro De Chirico (Forza Italia).
“Prendiamo una posizione netta, poiché vogliamo rompere quel patto non scritto per cui l’ebreo, per vivere tranquillamente, deve nascondere la sua identità – spiegano a Mosaico i rappresentanti de L’Italia c’è, Lorenzo Paganelli e Davide Cucciati -. L’antisemitismo va combattuto con fermezza e senza esitazione, per cui condanniamo l’aggressione di maggio, che ha colpito un nostro iscritto. Invitiamo tutte le forze politiche e gli enti locali a denunciare e prendere posizione su quanto accaduto.”
Anche Gianni Rubagotti, presidente dell’Associazione ‘Myriam Cazzavillan’, era intervenuto prima ancora dell’evento in merito: “Serve un intervento delle forze dell’ordine, della magistratura e del comune, ma gandhianamente sono convinto che la prima risposta la devono dare persone normali e cittadini impegnati in politica, per aiutare e affiancare le istituzioni. […] In autunno, quando rientreremo agli incontri politici e alle iniziative pubbliche, portiamo anche noi la kippah. E quando faccio questo appello spero che non solo politici e cristiani, ma anche tanti islamici e cittadini di altre fedi si affianchino a noi.”