di Pietro Baragiola
Mercoledì 18 ottobre il governo italiano ha approvato all’unanimità la costruzione del primo museo dell’Olocausto a Roma.
Arenato per oltre 15 anni a causa di ritardi burocratici e finanziari, il disegno di legge ha ricevuto finalmente il via libera dalla Camera dei Deputati con 283 voti a favore e nessuno contrario, scatenando un’ovazione generale a Montecitorio.
Il progetto è stato disegnato dall’architetto Luca Zevi e consisterà in una struttura a forma di grande scatola nera sui cui mattoni saranno incisi i nomi degli ebrei romani vittime dell’Olocausto. “Una scatola nera sospesa sopra le nostre teste che rappresenta il suicidio culturale e civile dell’Europa” ha spiegato Zevi.
Per la costruzione è previsto un finanziamento di 10 milioni di euro che verranno distribuiti nel prossimo triennio (4 milioni nel 2023, 3 nel 2024 e 3,050 nel 2025), seguiti da una donazione di 50.000 euro annui a partire dal 2026.
Alla gestione del museo provvederà la Fondazione Museo della Shoah, sottoposta alla vigilanza del ministero della Cultura. “Questa decisione, raggiunta durante l’80° anniversario del rastrellamento del ghetto ebraico di Roma, ci incoraggia a continuare con ancora più energie nel perseguimento della difesa della memoria e dell’istruzione” ha dichiarato Mario Venezia, presidente della fondazione.
Il progetto del museo
Nonostante l’idea di costruire a Roma un museo dell’Olocausto risalga al lontano 1997, fu solo nel 2005 che, l’allora sindaco, Walter Veltroni annunciò l’inizio dei lavori. Inoltre per conferire alla costruzione un maggiore valore simbolico il Campidoglio acquistò al prezzo di 15 milioni di euro un’area accanto al parco di Villa Torlonia, proprio vicino all’ex residenza di Benito Mussolini.
Purtroppo però diverse difficoltà burocratiche e intoppi giudiziari ostacolarono la presenza del cantiere rimandandola in continuazione. Nel 2016 la neoeletta sindaca Virginia Raggi rese questa costruzione la sua “missione personale” ma il percorso amministrativo si prolungò fino al 2019 quando l’architetto Zevi ne annunciò la conclusione. Ciononostante, la costruzione vera e propria venne ostacolata ulteriormente a causa della pandemia del Covid-19 nel 2020 e del rifiuto della Comunità ebraica di partecipare alla cerimonia della posa della prima pietra nel 2021, considerata una mossa di pura propaganda elettorale.
Il progetto venne ripreso ufficialmente nel 2023 dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che, insieme al supporto del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha ottenuto il via libera del Senato l’11 luglio e l’approvazione finale della Camera dei Deputati lo scorso mercoledì, guadagnandosi il plauso della Fondazione Museo della Shoah e della Comunità Ebraica di Roma.
“Il Museo della Shoah è presente in tutte le grandi capitali d’Europa e mi sembrava doveroso che si realizzasse anche nel nostro paese” ha affermato Sangiuliano, spiegando come l’antisemitismo sia ancora presente nel territorio italiano nonostante siano trascorsi 80 anni dalle stragi naziste.
L’80° anniversario
Lunedì 16 ottobre (due giorni prima che venisse approvato il nuovo disegno di legge) si è tenuta una ricorrenza molto importante nella capitale italiana: era l’80° anniversario dell’incursione nazista nel ghetto ebraico di Roma, il giorno in cui 1259 romani vennero strappati dalle loro case dai soldati delle SS. Durante questo brutale pogrom più di 1000 ebrei furono deportati ad Auschwitz dove solo 16 sono sopravvissuti.
Il 92enne Emanuele di Porto aveva solo 12 anni quando le truppe naziste sequestrarono dal ghetto lui e sua madre. Mentre venivano caricati su un camion però la donna spinse via il giovane Emanuele e fece finta di non conoscerlo, salvandogli così la vita. Di Porto passò i successivi tre giorni nascosto nella carrozza di un tram finché non riuscì a ricongiungersi con il padre e i fratelli dispersi. La madre non la rivide mai più.
Nonostante siano passati 80 anni da quella vicenda terribile, Di Porto ha espresso l’angoscia che ha provato in questi giorni nel guardare i video pubblicati dai miliziani di Hamas pieni di odio nei confronti del popolo ebraico. “Mi sembra di rivivere l’incubo di 80 anni fa” ha dichiarato Di Porto.
I principali organi di governo italiano hanno denunciato pubblicamente gli attacchi di Hamas, considerandoli una prova evidente che, ora più che mai, è necessario costruire un centro dedicato alla memoria della Shoah: per non dimenticare il passato in modo da non ripeterlo.