di Nathan Greppi
Un fatto molto grave quello avvenuto domenica 23 gennaio a Venturina Terme, frazione del comune di Campiglia Marittima (provincia di Livorno), dove un ragazzo ebreo di 12 anni è stato preso a calci e sputi da due ragazze quindicenni per le sue origini; le due lo avrebbero infatti anche insultato con epiteti quali “ebreo di m…., devi morire nel forno” e “Tu devi stare zitto perché sei un ebreo.” Il padre del ragazzo, che stando a fonti interne all’UCEI è iscritto alla Comunità ebraica di Firenze, ha subito denunciato il fatto.
L’accaduto è stato molto sentito da parte della gente del posto, tanto che il comune di Campiglia ha organizzato per il 27 gennaio, assieme all’Istituto Comprensivo Marconi e al quotidiano locale Il Tirreno, una fiaccolata in segno di solidarietà, alla quale parteciperanno anche membri delle comunità ebraiche toscane.
Il fatto è accaduto verso le ore 18: il ragazzo era uscito di casa per vedersi con altri ragazzi in un parco. Tra loro vi erano le due ragazze in questione, che frequentano le superiori a Piombino. Il dodicenne, che frequenta la seconda media Carducci a Venturina Terme, salutò il gruppo. A quel punto una ragazza gli disse di non parlare, perché la sua voce le dava noia. Il ragazzino le rispose di no e subito dopo le due iniziarono a pestarlo.
Non è mancata la solidarietà del sindaco di Campiglia Marittima, Alberta Ticciati, la quale ha dichiarato sulla propria pagina Facebook: “Inammissibile. Gravissimo. Sconcertante. Inimmaginabile. Un ragazzino aggredito, picchiato, offeso, umiliato per il suo credo religioso. Apostrofato, deriso e assalito dagli sputi di due quasi adolescenti. Mi dispiace per la crudezza della descrizione, ma niente di paragonabile rispetto a quello che quel ragazzino si porterà dentro per sempre. Quanto accaduto deve interrogare le istituzioni, ma anche le famiglie, ed i cittadini tutti.”
Ha aggiunto che “L’amministrazione comunale non intende sottacere o banalizzare quanto accaduto che è di una gravità inaudita. Abbiamo invitato la famiglia a fare i propri passi. Mi confronterò tra oggi e domani con le forze dell’ordine e la scuola e faremo il possibile perché la cosa non venga archiviata e banalizzata. Il fatto che nel 2022 succeda una cosa tale in una realtà come la nostra è di una gravità massima che va indagata, approfondita, compresa, e fortemente stigmatizzata.”
Anche le istituzioni ebraiche hanno espresso la propria indignazione: Enrico Fink, presidente della Comunità di Firenze, intervistato dal quotidiano La Nazione ha affermato: “E’ un fatto grave. Che mette in evidenza come non bisogna mai abbassare la guardia contro l’antisemitismo e i rigurgiti di un passato terribile.” Ha aggiunto in merito al ragazzo che: “Dobbiamo essere vicini a lui e alla famiglia. Ha subito un brutto trauma e ha bisogno che la comunità gli faccia sentire tutta la solidarietà, non deve sentirsi solo.” Mentre l’UGEI (Unione Giovani Ebrei d’Italia) ha scritto su Twitter: “Rimaniamo sconcertati da quanto accaduto nel livornese. Solidarietà al giovane #ebreo, vittima di insulti antisemiti e violenza fisica. L’indifferenza dei coetanei dimostra l’urgenza di insegnare alle nuove generazioni il rispetto e la curiosità verso altre culture e il diverso.”
Sentito anch’egli da La Nazione, il padre ha spiegato: “All’episodio grave si aggiunge un altro aspetto altrettanto grave, cioè il fatto che nessuno dei presenti abbia difeso mio figlio. Sono scioccato, così come lo è mio figlio. Non abbiamo dormito, non riesco a darmi una spiegazione a questo gesto. Non riesco nemmeno a parlarne, mi viene da piangere. Sinceramente non mi era mai accaduto niente di simile.” Ha raccontato anche di altri episodi avvenuti anni fa, quando il figlio frequentava le elementari. “Avevo trovato sui messaggi che si scambiavano con i ragazzi un disegno con una svastica e un paio di scarpe con scritto dal 39 al 42. In quell’occasione avevo informato i genitori, avevo fatto presente la gravità del gesto. Ma questa volta non mi fermo. […] E oggi farò la denuncia alle forze dell’ordine. Non ci si può voltare da un’altra parte, questi episodi vanno condannati e denunciati. Non si può scherzare con una cosa così tragica. Forse anche i genitori devono comprendere cosa è stato fatto da queste due ragazzine.”
(Fonte: LivornoToday)