Dal 24 al 30 gennaio si terrà negli aeroporti di Milano e Malpensa la mostra “27 gennaio: memorie di una storia fatta di storie”.
Attraverso immagini e brevissimi testi, la Mostra “27 Gennaio: Memorie di una Storia fatta di storie” vuole offrire spunti di riflessione sulla quotidianità che portò a dividere il mondo in uguali e “diversi”, incolpando questi ultimi per il fatto di esistere o di pensare.
Immagini di vita quotidiana, rappresentata da testi di legge, da documenti che riguardavano la propaganda razzista nella vita quotidiana e da oggetti dei de-portati (privati o visibili oggi nei musei dei Lager) “parleranno” ai viaggiatori di una realtà lontana nel tempo, ma sempre viva nella memoria. La mostra non propone un viaggio nei luoghi della memoria, ma vuole fare memoria delle persone che un tempo vennero costrette a viaggiare per ignota destinazione.
La mostra è ideata e realizzata da Andrea Bienati, docente di Storia e didattica della Shoah, delle deportazioni e dei genocidi, presso l’ISSR di Milano, docente presso il Master internazionale di secondo livello sulla didattica della Shoah, presso l’Università Roma Tre, collabora con enti di ricerca nazionali, polacchi e israeliani sul tema della memoria.
“Devo ammettere che avevo lanciato l’idea di una mostra sulla Shoah in aeroporto all’associazione NoiSea (il CRAL dei lavoratori degli aeroporti di Linate e Malpensa) senza troppe illusioni – spiega a Mosaico Davide Romano, assessore alla cultura della Comunità Ebraica di Milano – . Invece sono stato sorpreso e commosso dall’entusiasmo con cui è stata accolta. Non solo da NoiSea, ma anche dalla SEA S.p.A. Davvero un bell’esempio di collaborazione tra lavoratori e azienda, nel nome di una Memoria che unisce. Sono particolarmente soddisfatto perché questa iniziativa (come quella che abbiamo già lanciato il 19 gennaio sulle Pietre d’Inciampo e quella del 24 sull’allenatore Arpad Weisz) va nella direzione di quella che definisco Memoria 3.0. Stiamo infatti sempre più passando dalla Memoria 1.0 (quella che va dagli archivi ai libri per addetti ai lavori) alla Memoria 2.0 (quella fatta da libri ed eventi aperti alle persone interessate) per giungere ora alla Memoria che si propone al pubblico per certi versi più prezioso: quello che non è direttamente interessato all’argomento Shoah di cui non ha letto nulla. Dunque per noi andare incontro a questo pubblico ha un valore doppio, ma per farlo sono essenziali iniziative ad hoc come le Pietre d’Inciampo, gli eventi legati allo sport, e così via. Questa Memoria 3.0 deve sempre più crescere per fornire a tutti gli italiani quella tessera del mosaico della propria storia che altrimenti resterebbe pericolosamente vuoto”.