“Articolo 3: Diversi tra uguali”, a Milano: cittadinanza, residenza e diritti alla luce del diritto internazionale

Italia

di R. I.

Nell’incontro che si è svolto il 20 novembre al Memoriale della Shoah, Giorgio Sacerdoti ha parlato di Abramo “straniero ma residente” e Diletta Tega dei limiti della legislazione italiana

 

Lunedì 20 novembre, il Memoriale della Shoah di Milano ha ospitato il quarto appuntamento di Articolo 3: diversi tra uguali, la rassegna a cura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), realizzata in occasione dei 75 anni della Costituzione Italiana. Sei incontri, sei città e sei dialoghi tra due relatori sulle diverse declinazioni del principio d’uguaglianza, espressamente promosso e tutelato dalla Carta fondante della nostra Repubblica.

 

L’appuntamento milanese ha avuto come tema “Cittadinanza e diritti” e per protagonisti due eccellenti figure di giuristi: Giorgio Sacerdoti, professore emerito di diritto internazionale, e Diletta Tega, docente e studiosa di diritti fondamentali e dei “non cittadini”. Il dialogo è stato moderato da Ferruccio De Bortoli, in qualità di Presidente Onorario della Fondazione Memoriale della Shoah.

 

Hanno portato i loro saluti istituzionali Roberto Jarach, Presidente della Fondazione Memoriale della Shoah, Luciano Bassani, in rappresentanza della Comunità Ebraica di Milano, e Ariel Dello Strologo che, in rappresentanza dell’UCEI, ha presentato le finalità generali del progetto. “Per gli ebrei, in quanto portatori di un’identità specifica e di un particolare corredo normativo – ha ricordato Dello Strologo, cominciando a entrare già nel merito dei temi di questo appuntamento – il percorso di progressiva conquista della cittadinanza e dei diritti è avvenuto incontrandosi, ma talvolta anche scontrandosi, con quello che ha portato alla costruzione di uno stato moderno”.

 

Il punto di vista ebraico sul concetto di cittadinanza è a stato al centro anche dell’intervento di Giorgio Sacerdoti.Un’efficace sintesi storica”: così De Bortoli ha definito l’excursus del giurista nel definire il concetto di “straniero” e dei suoi diritti fin dall’antichità. “Possiamo dire che gli Ebrei in terra d’Egitto sono arrivati come migranti economici, spinti da una carestia. Da qui il precetto biblico: “ricordati che fossi straniero in terra d’Egitto”, che ci invita a rispettare e accogliere lo straniero residente “come se stessi”. Anche nella riflessione rabbinica, lo ‘straniero’ è inteso come persona che partecipa alla collettività e non piuttosto come il nemico. Un’idea rafforzata dalla storia di Abramo che, quando richiede alle popolazioni di Bersebea un luogo per seppellire Sarah, ne rivendica il diritto proprio qualificandosi come straniero residente e quindi come parte della comunità”

 

Diletta Tega è entrata nel merito della legge italiana evidenziandone le peculiarità:La Costituzione non parla di cittadinanza, lasciando al legislatore il compito di legiferare sui termini del suo riconoscimento. Ma in Italia di leggi sulla cittadinanza ne abbiamo avute solo due: quella del 1912 e quella del 1992 che appartiene ormai a un mondo che non c’è più e non è molto amichevole verso chi desidera diventare italiano”. E ancora: “Se distinguiamo i cittadini e gli stranieri in base ai diritti, dobbiamo ricordare che diverse sentenze ribadiscono che vi sono diritti inviolabili, universali, propri delle persone umane in quanto tali e quindi anche dello straniero, indipendentemente dalla modalità con cui uno si trova sul territorio. Occorre tenere conto anche del radicamento che lo straniero ha nella sua comunità per consentirgli di accedere ai diritti sociali. Se l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, chi vi risiede legalmente, con un permesso di lavoro e contribuisce al benessere collettivo, dovrebbe essere considerato in modo paritario agli altri cittadini da tutti i punti di vista. Per dirla con una battuta: se ‘l’Italia è di chi lavora’, allora l’Italia è chi lavora’”

 

Il prossimo appuntamento di “Articolo 3 -diversi tra uguali” sarà il  13 febbraio 2024 al Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, sul tema Uguaglianza: Istruzione ed educazione civile, dialogano Marco Rossi Doria e Benedetto Carucci Viterbi.