di Paolo Castellano
Sono tre le vittime dell’attentato palestinese avvenuto giovedì 7 aprile in un bar in Rechov Dizengoff, zona centralissima e molto frequentata della città di Tel Aviv. L’8 aprile, i media israeliani hanno annunciato la morte di Barak Lufan, giovane israeliano che era stato ferito durante l’assalto armato. Oltre a lui, anche Tomer Morad ed Eytam Magini hanno perso la vita.
Lufan aveva 35 anni ed era padre di 3 figli. Viveva con la sua famiglia nel kibbutz di Givat Shmuel. Per di più, Lufan era appassionato di sport: era l’allenatore della squadra paralimpica israeliana e di quella nazionale di kayak.
Il funerale di Lufan è avvenuto ieri nella sua città natale di Ginosar.
«Nessuno ha mai detto nulla di negativo su di lui», ha sottolineato sua moglie Dana. «Era una brava persona che sapeva prendersi cura delle cose, preoccupandosi sempre degli altri».
Con la morte di Lufan, sale a 14 il numero di cittadini israeliani assassinati dalla nuova ondata di terrorismo palestinese scoppiata in queste due ultime settimane.
Come riporta, The Times of Israel, i funerali delle tre vittime del recente attentato di Tel Aviv sono stati celebrati separatamente domenica 10 aprile.
Tomer Morad ed Eytam Magini, 27enni e amici d’infanzia, sono stati sepolti nel cimitero di Kfar Saba. Durante il funerale, Tal, la sorella di Morad, ha detto che suo fratello era come “un raggio di sole vivente” e “pieno di umorismo”. Invece, Noa, sorella di Magini, ha sottolineato che suo fratello era “grande e unico”: «Sono senza parole, non posso crederci. Staremo per sempre insieme. Mi hai sempre protetto e ti prometto che proteggerò mamma, papà, nonno e nonna».