BookaBook, quando leggere diventa un gioco

Italia

di Ilaria Myr

Il mondo dell’editoria tradizionale, si sa, da anni è ormai in profonda crisi: i libri di carta (così come i giornali) perdono lettori, mentre sul web crescono vertiginosamente le vendite di quelli digitali (+17% nel 2013 sul 2012). È in questo quadro che va inserita la nascita di BookaBook, la prima piattaforma di crowdfunding dedicata al mondo dei libri: un esempio interessante di start-up frutto dell’intraprendenze e creatività di ebrei milanesi della Comunità, che va ad aggiungersi agli altri casi analizzati nell’ampio articolo che abbiamo dedicato al fenomeno nel numero di maggio del Bollettino.

L’idea di BookaBook nasce dall’incontro fra due giovani amanti del digitale – Tommaso Greco, professore all’Università dell’Insubria ed Emanuela Furiosi, neolaureata in giurisprudenza – e l’agenzia letteraria Marco Vigevani e associati, di Marco Vigevani e Claire Sabatié-Garat. Dopo avere studiato attentamente alcune esperienze estere già esistenti (ad esempio Unbound nel Regno Unito), i due giovani propongono all’agenzia l’idea di un sito di crowdfunding (finanziamento collettivo), dedicato alla cultura e al libro. «In Italia le piattaforme di crowdfunding cominciano a essere conosciute, ma fino a oggi mancava una che avesse un approccio verticale, interamente incentrata sui libri – spiega Marco Vigevani -. L’idea ci è piaciuta, l’abbiamo elaborata e ben definita, per darle il via ufficiale il 2 aprile».

Vediamo dunque come funziona. Sul sito web (www.bookabook.it), periodicamente BookaBook propone una selezione di libri inediti, di cui si può leggere subito l’anteprima. Se la storia piace e si vuole continuare nella lettura, si partecipa con un’offerta minima di 3 euro. Ogni libro, per essere pubblicato, ha 30 giorni di tempo per raccogliere una certa somma, definita di volta in volta. Se l’obiettivo viene raggiunto, l’utente che ha contribuito riceverà l’ebook e altri premi, a seconda del proprio impegno; dal canto suo, l’autore potrà vedere pubblicata la propria opera, come e-book o anche in versione cartacea, continuare a venderla attraverso l’agenzia letteraria, oppure scegliere di proporla agli editori.

«BookaBook non è però da confondere con i sempre più numerosi servizi di selfpublishing – precisa Vigevani -: dietro a questa iniziativa c’è infatti la professionalità consolidata dell’agenzia letteraria, che opera una selezione dei libri da proporre. Ma, soprattutto, a supporto di ogni opera viene costruito un piano di comunicazione digitale, che coinvolge il sito web, il marketing online e i social media (Facebook). Questo perché siamo profondamente convinti che sia proprio sul fronte della comunicazione dei libri che, nel contesto di crisi dell’editoria in cui viviamo, si debba lavorare intensamente, e molto di più di quanto non si sia fatto fino a oggi. Importante è che in questo processo sono coinvolti gli stessi autori, che si mettono direttamente in gioco con i lettori, interagendo con loro e soddisfacendo le loro richieste di fare andare avanti il libro, in una specie di “social game”».

Dalla sua nascita a oggi, BookaBook ha conquistato quasi 35.000 “like” su Facebook e finanziato due libri, Solovki, primo romanzo del saggista Claudio Giunta, e Gli scaduti, di Lidia Ravera: ma nuovi progetti continuano a essere esaminati dal team. «Abbiamo iniziato con dei romanzi di autori conosciuti – continua Vigevani -, ma presto verranno accolti anche saggi e inchieste provenienti dalla Rete. Il nostro obiettivo è raddoppiare o, addirittura, triplicare la comunità dei nostri iscritti, sperimentando allo stesso tempo nuove forme di crowdfunding. Come? Ad esempio collaborando con gli editori e con circoli di lettura, o stringendo partnership con le librerie». Si sa: le vie dell’innovazione digitale sono infinite, e ogni progetto che decide di percorrerle ha solo l’imbarazzo della scelta.