di Paolo Castellano
«Questo era un luogo di persone che andavano a morire nell’indifferenza generale e invece la biblioteca aggiunge, aiuta, incontra, suggerisce, fa un effetto straordinario: è sorgente di vita». Queste le parole della Senatrice a vita Liliana Segre che il 14 giugno ha parlato a circa 200 giornalisti e figure istituzionali in occasione dell’inaugurazione della nuova sede della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) presso gli spazi del Memoriale della Shoah di Milano.
Oltre a Liliana Segre, sono intervenuti sul palco la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, l’assessore regionale allo Sviluppo Città metropolitana, Giovani e Comunicazione Stefano Bolognini, la vice-sindaco di Milano Anna Scavuzzo, il presidente del Memoriale Roberto Jarach, il presidente del CDEC Giorgio Sacerdoti, la coordinatrice per la lotta all’antisemitismo Milena Santerini, il direttore del CDEC Gadi Luzzatto Voghera e gli architetti del Memoriale Annalisa de Curtis e Guido Morpurgo. La cerimonia è stata condotta da Marco Vigevani, presidente Comitato Eventi Memoriale della Shoah.
Inoltre, tra il pubblico erano presenti i rappresentanti dell’ebraismo italiano tra cui il presidente della Comunità di Milano Walker Meghnagi, il vice-presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Milo Hasbani, il Rabbino Capo di Milano Alfonso Arbib, il presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma Mario Venezia e il direttore del Museo Nazionale MEIS di Ferrara Rav Amedeo Spagnoletto.
«Ho resistito a questi 24 anni perché avevo degli esempi come Liliana Segre, Tatiana Bucci, Goti Bauer e Nedo Fiano. Ancora oggi devo ringraziare tutti i collaboratori che sono nella maggior parte volontari», ha dichiarato commosso il presidente Roberto Jarach.
Il riferimento è al percorso durato più di due decenni che ha portato alla completa realizzazione del progetto del Memoriale di Milano avvenuta con il termine dei lavori riguardanti la biblioteca del CDEC.
«Le prime riunioni le abbiamo fatte nel 1998 con Rav Giuseppe Laras e altre personalità della Comunità ebraica di Milano nel tentativo di mettere in piedi un progetto per i giovani. Da lì era nata questa idea che soltanto nel 2004 ha trovato da parte dei responsabili di Grandi Stazioni la disponibilità a considerare la concessione in uso di questi spazi».
Con una battuta, il presidente del CDEC Giorgio Sacerdoti ha paragonato la nuova biblioteca e il suo archivio come “la seconda gamba” del polo della memoria – il più grande in Italia – nato con il Memoriale.
«Da un lato, questo è un luogo storico, carico di memoria. Dall’altro il CDEC esiste da 70 anni a Milano, nato a metà degli anni ’50. Porta qui non solo il suo hardware, ovvero la biblioteca di 30mila volumi, ma anche tutta la ricerca storica, la formazione, l’educazione che il Centro fa».
«Per 70 anni, la nostra sede storica è stata in una palazzina che ci è stata generosamente offerta dalla Comunità ebraica di Milano. Per questo voglio ringraziare Rav Arbib, il presidente Meghnagi e i loro predecessori perché ci hanno sempre sostenuto in questa attività», ha aggiunto Sacerdoti.
Nella parte finale dell’evento al Memoriale, la senatrice Liliana Segre ha fatto alcune considerazioni sulla trasformazione simbolica del Binario 21: luogo della vergogna e della paura tramutato in un centro per la memoria che fa rivivere tutti coloro che sono spariti e assassinati durante gli anni della persecuzione nazifascista.
«Oggi è diverso, con l’inaugurazione della biblioteca c’è una cosa importantissima in questo posto: il muro dei nomi di quelli che non sono tornati, per la maggior parte sconosciuti. Attraverso il CDEC questi nomi diventano persone. È la differenza enorme che questa biblioteca porta», ha commentato Liliana Segre.
«Questo era un luogo di persone che andavano a morire nell’indifferenza generale e invece la biblioteca aggiunge, aiuta, incontra, suggerisce, fa un effetto straordinario: è sorgente di vita».
Durante la serata d’inaugurazione, sono state proiettate alcune immagini del documentario di Ruggero Gabbai che ha ricostruito la storia del Binario 21 grazie alle interviste agli storici Marcello Pezzetti e Liliana Picciotto. Inoltre, il pubblico dell’auditorium ha potuto assistere a una breve anteprima dell’intervista del giornalista e presentatore Corrado Augias a Edith Bruck. Il filmato completo sarà disponibile nelle stanze della memoria del museo.
Al termine delle conferenza, i visitatori hanno potuto esplorare i nuovi spazi del CDEC: tre piani circondati da numerosi volumi che costituiscono un importante patrimonio culturale per la città di Milano. Tra l’altro, da poco la Fondazione ha acquisito l’archivio privato di Liliana Segre che è stato riconosciuto d’interesse nazionale e culturale da parte della Soprintendenza per i Beni Culturali. Inoltre, come ha sottolineato l’architetto Morpurgo, all’interno della biblioteca è presente un ultimo scaffale, “irraggiungibile”, in cui si trovano gli atti del Processo Eichmann del 1961. Quella fu la prima volta in cui i testimoni della Shoah vennero seriamente ascoltati.