Complotta, complotta qualcosa resterà… Va in scena un’ossessione malata. La cover di febbraio di Bet Magazine

Italia

di Nathan Greppi

Il Corona virus, Facebook, la caduta delle Torri Gemelle? Un piano sionista per dominare il mondo. Il 7 ottobre? Ideato da Israele. Ma anche la terra piatta, le scie chimiche, il falso sbarco sulla Luna… Una galassia complottista è in crescita ovunque. Le cause? Instabilità, incertezza, angoscia per una realtà che cambia troppo rapidamente. Questo il terreno fertile su cui fioriscono nuove e vecchie teorie del complotto, fake news, pregiudizi. È il chiodo fisso dello “smascherare i poteri occulti e le verità nascoste”… Una storia millenaria che rivive oggi su blog, canali web, social media

Che cosa ci fa un tunnel sotterraneo nelle fondamenta della sinagoga “770”, la sede centrale del movimento Chabad Lubavich, nel quartiere di Crown Heights a New York? Ovviamente, per i complottisti, il tunnel, scoperto a gennaio, è la sede di malefici traffici che richiamano le accuse di QAnon ai Democratici anti-Trump: satanismo e pedofilia. In quel caso erano i sotterranei di una pizzeria ad ospitare le nefandezze di Hillary Clinton e sodali; mentre oggi il tunnel sotto la sinagoga, difeso dai seguaci del Rebbe, sarebbe l’ultimo episodio di quella che, secondo la teoria del movimento complottista (filo-Trump) QAnon, è una guerra contro i bambini che i “ratti” ebrei conducono per ricavare dal loro sangue l’adrenocromo, un elisir di giovinezza. La medievale “accusa del sangue”, insieme alla iconografia nazista degli ebrei come topi, torna quindi ad eccitare quello che il giornalista Mike Rothschild definisce “il complottismo contemporaneo ossessionato dai tunnel segreti e dagli ebrei”. Le teorie cospirazioniste, dilagate durante il Covid, in cui gli ebrei sono tornati ad essere gli “avvelenatori di pozzi”, hanno, lo ricordiamo, una storia millenaria. La prima fake news contro gli ebrei è stata il “deicidio” e, passando attraverso gli “omicidi rituali”, il “dominio del mondo”, il piano Kalergi per la “sostituzione etnica” della popolazione europea con quella africana più facile da sfruttare, arriva oggi all’accusa di “genocidio” approdata alla corte dell’Aja. Una catena di calunnie, mistificazioni, cospirazionismi che attraversa i secoli con un unico scopo: attaccare gli ebrei. Strampalate invenzioni certamente ma, come si dice, calunnia, calunnia qualcosa resterà…
A partire dall’entertainement di massa. Un esempio per tutti: nella saga di videogiochi Assassin’s Creed, viene ripresa la leggenda secondo cui la caduta della monarchia dopo la Rivoluzione francese fosse stata opera di una cospirazione organizzata dai discendenti dell’Ordine dei Templari, sterminati secoli prima dal sovrano di allora e dalla Chiesa cattolica.

 

Illuminismo e complottismo
Le varie teorie del complotto non nascono, abbiamo detto, in anni recenti, ma nelle sue forme più moderne affondano le radici nell’Illuminismo, quando il mito dei Templari tornò in auge perché considerati nemici del clero. Nel corso dei secoli, le teorie cospirazioniste hanno fatto molta strada, e spesso sono state utilizzate anche per veicolare idee pericolose: basti pensare ai tristemente celebri Protocolli dei Savi di Sion, il falso libello creato in Russia dalla polizia segreta zarista per far credere che gli ebrei tramassero per dominare il mondo; oppure all’accusa rivolta agli ebrei nel ‘300 di “avvelenare i pozzi” per diffondere la peste, una fake news che era il pretesto per compiere saccheggi e stragi nel ghetti ed espellere gli ebrei dalle città europee.
Oggi, con l’avvento di Internet, è diventato molto più facile rispetto al passato veicolare certe teorie; basti pensare a come in molti si siano convinti che i vaccini anti-Covid fossero uno strumento dei “poteri forti” per indebolire la popolazione. E nel 2021, circa il 20% degli americani fu convinto dal movimento QAnon che Donald Trump stava combattendo contro una rete segreta di pedofili e satanisti. Un tam tam mediatico che è stato diffuso sui nuovi canali internet come Telegram, perché alternativi a Facebook, considerato lo strumento dell’ebreo Mark Zuckerberg per controllare e censurare le idee di chi “ha capito tutto” di come gira il mondo.

 

Origini e sviluppo delle “dietrologie”
La nascita del complottismo moderno viene spesso fatta risalire alla fine del ‘700 quando, nella Francia rivoluzionaria, l’abate Augustin Barruel scrisse diversi volumi in cui sosteneva che dietro la Rivoluzione ci fossero delle forze oscure che da secoli tramavano nell’ombra per distruggere la cristianità. Ma è in anni recenti, con il venire meno prima della centralità della religione e poi delle ideologie politiche, che questo tipo di teorie ha smesso di rivolgersi ad un pubblico di nicchia per diventare un fenomeno di massa.

«Si tratta di fatto di una sostituzione di entità metafisiche con altre, più adatte alla mentalità della nostra epoca – spiega a Bet Magazine il giornalista Roberto Paura, socio del CICAP (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze) -. Questo anche perché l’origine delle teorie del complotto ha alcuni punti in comune con il pensiero scientifico: la ricerca di cause generali attraverso il metodo induttivo, l’attitudine a cercare schemi causali tra i fatti analizzati, lo scetticismo nei confronti dell’ipse dixit e del pensiero mainstream. Il complottismo è quindi un po’ il lato oscuro del pensiero scientifico, la sua degenerazione, che fa presa non solo, come spesso si pensa, sulle persone meno istruite, ma su ogni categoria sociale, perché si diffonde attraverso la conferma delle proprie credenze e presunzioni».

Bias cognitivi, meccanismi mentali di auto-convincimento e credenze: con la diffusione di Internet hanno fatto un salto di qualità che, secondo Roberto Paura, «consiste nella possibilità di creare ecosistemi chiusi, dove circolano e vengono consumate solo alcune tipologie di informazioni, sistematicamente false o manipolate, che confermano i pregiudizi di quella comunità, le cosiddette ‘bolle’. Man mano che le relazioni umane si spostano sempre più nel mondo digitale, la possibilità di confrontarsi con persone che non la pensano come noi si riduce sempre più, finché si finisce per relazionarsi solo con chi condivide le nostre stesse credenze. In questo modo le bolle diventano impermeabili a qualsiasi prova che sconfessi le loro teorie. Internet ha reso dunque possibile la ‘falsificazione della realtà’, che oggi l’intelligenza artificiale e il metaverso rischiano di rafforzare».

Complottismo e crisi economica
Oltre che dalla diffusione del web, lo sdoganamento del complottismo è stato reso possibile anche «dalle varie crisi economiche – ci spiega Stefano Gatti, ricercatore presso l’Osservatorio Antisemitismo della Fondazione CDEC di Milano -. Questi sconvolgimenti hanno dato una spinta al cospirativismo, che è una lettura semplicistica dei fatti. Per cui, la colpa è delle élite nascoste che da dietro le quinte causerebbero le guerre, gli attentati terroristici e le crisi globali per trarne guadagno. Quindi, è principalmente spinto dalle crisi economiche e sociali che si sono susseguite negli ultimi decenni».
Gatti punta inoltre il dito verso la crisi delle ideologie tradizionali: «Una volta c’erano il sindacato, la Chiesa, il partito; se eri comunista credevi a ciò che leggevi su L’Unità, mentre se eri un borghese a quello che scrivevano il Corriere della sera o Il Giornale. Ora tutto questo si è perso, e la gente non sa più a chi affidarsi. Adesso cerca la verità sul web, perché mancano i punti di riferimento». Smarrimento e il convincimento diffuso di scoprire cosa c’è dietro, verità nascoste che nessuno vuole svelare.

Nel suo libro Società segrete, poteri occulti e complotti (Diarkos, 2021), Roberto Paura ha cercato di dimostrare come vi sia un legame diretto tra il complottismo contemporaneo e l’antisemitismo: «L’accusa del sangue è il topos che si situa dietro il panico satanico negli Stati Uniti negli anni ’80 e ’90, arrivato poi anche in Italia, o il ‘Pizzagate’ che è stato la scintilla da cui è emerso QAnon: pedofilia e rituali satanici da un lato, convinzione che l’establishment occulti pratiche pedofile perché infiltrato dagli ebrei, sono gli ingredienti in comune a queste teorie. Il dramma della Shoah ha solo messo fine a una versione del complotto antisemita; alla fine del Novecento la teoria del Nuovo Ordine Mondiale ha rispolverato molte di quelle idee, garantendo al mito del ‘complotto giudaico’ una nuova età dell’oro. Alla macchina del complotto antisemita basta una piccola miccia per tornare a funzionare a pieno regime, per cui bisogna guardare con preoccupazione ai rigurgiti di antisemitismo provocati dalle drammatiche vicende in Medio Oriente».

Il contesto italiano
Il complottismo non è un’entità monolitica. È una galassia. Non è omogeneo, ma ne esistono tanti filoni diversi tra loro. Quello principale è il filone politico, di chi vede cospirazioni ebraico-sioniste dietro i maggiori eventi internazionali. Un altro invece, che spesso si lega al primo, è quello religioso, di quei cattolici tradizionalisti che non si riconoscono nei cambiamenti avvenuti nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II, perché ancora convinti che gli ebrei abbiano ucciso Gesù.

Veterano di questi filoni è il giornalista Maurizio Blondet, in passato un’importante firma di quotidiani come Avvenire, Il Giornale e La Padania, che dal 2015 cura un suo blog chiamato Blondet & Friends. Dopo l’11 settembre 2001 fu uno dei primi in Italia a sostenere che l’attentato alle Torri Gemelle fosse il frutto di un complotto sionista. E nel dicembre 2020, ha pubblicato delle false citazioni del Talmud, in cui attribuiva agli ebrei frasi come “Chi versa il sangue dei Goym (chi uccide i Goym), offre un sacrificio a Dio”, o “I Giudei sono esseri umani; le altre persone del mondo non sono esseri umani, ma bestie”.

Tra le altre testate online che hanno in parte emulato lo stile di Blondet, va menzionato il canale YouTube Visione TV: nato nel 2019 come Vox Italia tv, in origine era l’organo dell’omonimo movimento politico fondato dal filosofo Diego Fusaro. Il direttore, Francesco Toscano, alle elezioni politiche del 2018 era candidato alla Camera per la Lista del Popolo per la Costituzione, fondata dal giornalista Giulietto Chiesa e dal magistrato Antonio Ingroia; e nel novembre 2023 ha contribuito alla fondazione del movimento “Indipendenza!” guidato da Marco Rizzo e dall’ex-sindaco di Roma Gianni Alemanno, già esponente di spicco di AN e prima ancora del MSI; una inedita e alquanto sorprendente alleanza rossobruna tra vecchi comunisti duri-e-puri e neofascisti riciclati.

 

Il complottismo “sanitario”
Oltre ad ospitare figure antisemite come Blondet e il prete Don Curzio Nitoglia, noto per essere stato il confessore personale di Erich Priebke, Visione TV ha cominciato ad attaccare Israele durante la pandemia. E infatti, un altro filone importante nel panorama complottista è quello sanitario, emerso in particolare durante la pandemia con la crescita del movimento no-vax. Ospitando in particolare un’artista italo-israeliana, che si fa chiamare DEA, si paragonavano le misure israeliane contro il Covid, con il rigido isolamento, a quello che facevano i nazisti agli ebrei. Più recentemente, il 3 novembre 2023, Visione TV ha ospitato il giornalista Manlio Dinucci, il quale sosteneva che i massacri del 7 ottobre perpetrati da Hamas fossero avvenuti con la complicità d’Israele.
Anche fuori dal canale TV, Francesco Toscano ha pubblicato su Facebook post complottisti contro gli ebrei e Israele: citando come fonte Blondet, nel giugno 2019 insinuò che il massacro degli zar e della famiglia Romanov ad opera dei bolscevichi fosse un “rituale kabbalistico”, mentre nel luglio 2017 scrisse che gli USA e Israele erano i “burattinai” dietro i terroristi dell’ISIS.

Ad attaccare Israele, già dai tempi del Covid, è stato anche Byoblu che si definisce “l’unico network televisivo nato dal basso, dai cittadini per i cittadini”: fondato come videoblog e canale YouTube nel 2007 da Claudio Messora, ex-consulente per la comunicazione del Movimento Cinque Stelle, nel 2021 è stato chiuso da Google, ma è rimasto come sito e canale televisivo sul digitale terrestre.
In un articolo del 21 marzo 2021, Messora paragonava i no-vax agli ebrei: «Una volta erano gli ebrei. E a tutti – badate bene – andava bene così. Pareva perfettamente normale, perché lo diceva la politica, lo dicevano gli intellettuali, e soprattutto ‘lo diceva la scienza’», e si chiede: «Oggi gli ebrei, che ogni anno amano ricordare la Shoah, non hanno niente da dire rispetto al ripetersi dei corsi e ricorsi storici? Forse non riescono a vederlo chiaramente, obnubilati dalla narrazione dei media addomesticati e ben foraggiati? Ironia della sorte, è proprio Israele il laboratorio, l’avanguardia della barbarie». Il leitmotif di tutti questi media resta il mantra di voler fare controinformazione, il voler svelare “che cosa c’è dietro”, ossia squarciare il velo di falsità veicolate dall’informazione mainstream che in verità vorrebbe solo manipolarci. Noi sì che siamo davvero al vostro servizio, suggeriscono al lettore-fruitore, noi sì che vi faremo scoprire quello che i poteri forti voglio nasconderci. A partire da questi presupposti, ecco che i servizi giornalistici dei media complottisti inanellano i più stravaganti scenari.

Un altro filone relativamente recente è quello dell’ufologia: ovvero, la teoria secondo cui il Tanakh in realtà sia opera di una civiltà aliena. Il principale “ufologo” italiano è lo scrittore Mauro Biglino, che negli ultimi quindici anni ha pubblicato diversi saggi in cui, attraverso traduzioni rimaneggiate dei testi biblici, ne attribuisce la stesura a degli alieni, chiamati “Elohim”, che in tempi antichi avrebbero imposto il loro dominio sulla Terra con l’aiuto degli israeliti, divenuti loro seguaci.
Il numero di copie vendute (60.000 dal 2009 al 2015, secondo il sito Leggere Tutti), lo ha portato a riscuotere una certa visibilità anche al di fuori degli ambienti complottisti: è riuscito a pubblicare anche con Mondadori, oltre ad essere ospite nel 2020 del podcast Il Muschio Selvaggio curato dal rapper Fedez.
Eppure, dal suo curriculum non traspare una grande affidabilità: nell’ottobre 1991 e nel marzo 1993, ha subito due condanne per truffa, bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita, per la vendita di strumenti finanziari fallaci a pensionati (ma Biglino si proclama vittima di errori giudiziari).

In conclusione, quello delle teorie del complotto è un mondo sfaccettato, che può mutare forma a seconda del periodo storico. Ed è un fenomeno che probabilmente continuerà ad influenzare anche la politica negli anni a venire, attraverso il meccanismo delle fake news, delle “verità alternative” supportate dagli strumenti più avanzati e futuristici generati dall’intelligenza artificiale.
L’ultimo e forse più pericoloso esempio mediatico è il video deepfake, nato qualche anno fa sul sito Reddit, a scopo più o meno ludico. Ma in politica, questa tecnologia, grazie al deep learning, consente di sostituire i volti di due persone (face swapping) e soprattutto di manipolare i video stessi per far dire a chiunque tutto quello che si vuole, riproducendone la voce e sincronizzando il labiale. In pratica, si può rendere assolutamente indistinguibile un video fake da uno autentico. Il primo (e più temuto) banco di prova di questa guerra mediatica, intrisa di complottismo, saranno le elezioni americane di novembre 2024.

È chiaro come la diffusione delle teorie cospirazioniste finisca per inquinare la società e il dibattito pubblico, perché, con il pretesto di voler portare un’informazione libera, in realtà ingabbia le persone in “bolle” in cui sentono solo ciò che vogliono sentirsi dire. Probabilmente, alla base del complottismo c’è anche una tendenza umana naturale, tanto più forte in certi settori della popolazione che, essendo sforniti di adeguati strumenti culturali, cercano altrove e in maniera semplicistica risposte per cercare di comprendere e fronteggiare la complessità del mondo che li circonda.

Pensiero woke e cancel culture: il terreno su cui cresce il complottismo

Cristoforo Colombo cancellato dai libri di storia e raso al suolo nelle piazze del mondo. Shakespeare messo all’indice perché razzista e antifemminista. Cyrano di Bergerac odiato perché maschio bianco, eterosessuale e suprematista. La Cancel Culture sembra ormai non voler risparmiare niente e nessuno, una ideologia che si inserisce in verità in un filone sempre più ampio e dominante: il pensiero Woke. Nell’ampio dibattito occidentale degli ultimi anni in merito alle rivendicazioni delle minoranze, delle identità di genere e sessuali, di razzismo o di disabilità (dal MeToo al Black Lives Matter) è emerso un nuovo sistema di pensiero: il wokismo, un’ideologia che sta diventando un terreno fertile su cui cresce il complottismo contemporaneo. Che significa Woke? È un termine che non è davvero traducibile in italiano – vuol dire qualcosa come “consapevole” – e indica l’atteggiamento di chi è attento alle ingiustizie sociali o alle discriminazioni (ad esempio, se sei donna, gay o nero), legate principalmente a questioni di genere sessuale e di etnia, mostrando solidarietà e aiuto verso chi subisce ingiustizie legate alla propria identità sessuale, etnica, eccetera…

Inizialmente non aveva connotazione negativa, anzi. È la sua degenerazione odierna che rende l’ideologia woke un dogma inquietante e pericoloso. E ancora: oggi il wokismo è caratterizzato da uno scetticismo radicale quanto alla possibilità di ottenere un’informazione o una verità obiettiva, guidato dall’idea secondo cui la società sarebbe in mano a sistemi di potere e gerarchie che deciderebbero ciò che si può sapere e in che modo, insomma i soliti “poteri forti” che nasconderebbero alla gente quello che a loro non fa comodo si sappia. Tutto diventa opinabile per il pensiero woke: la verità non esiste, “dipende dal contesto”, tutto è relativo, non c’è nulla di assoluto. Un universo in bianco e nero, manicheo, di qua i buoni, gli oppressi e i poveri (nativi indiani e afroamericani, gay, neri, palestinesi…), di là i malvagi oppressori (bianchi, maschi, eterosessuali, ricchi, privilegiati, capitalisti, ebrei, Israele…). Un’ideologia perversa. Wokismo come “oppio degli intellettuali”, per dirla con Raymond Aron, che produce un atteggiamento di dogmatismo intollerante e censorio, e promuove un confronto tra idee (sui media, nelle università e sui social network), spesso violento, intollerante e polarizzato. Oggi i woke hanno generalmente tra i 18 e i 40 anni, sono Millennial, appartengono a milieu agiati. Malgrado il successo del pensiero Woke, già si vedono i segnali di una inversione di tendenza. Meglio tardi che mai. (F. D.)