Da Siena, un sit in di solidarietà con Israele

Italia

di David Fiorentini
Dopo che un manipolo di manifestanti pro-Palestina ha fatto irruzione nel Senato Accademico dell’Università di Siena, pretendendo il boicottaggio delle cooperazioni con gli atenei israeliani, nella città toscana si è mossa una risposta di dissenso.

Per dimostrare che esiste una Siena solidale a Israele, che condanna i facinorosi delle università italiane e il terrorismo di Hamas, la sezione locale del Partito Radicale ha organizzato un sit in di fronte al Duomo dal titolo “Stella di David, Stella di Libertà”.

“Non scordatevi il pogrom di Hamas” incalza l’attivista dei radicali Giulia Simi, “Questo momento non è facile, per questo pensiamo che si debba essere vicini a Israele e a tutti gli ebrei del mondo. Non possiamo dimenticare e non possiamo ignorare che Israele è l’unica democrazia in Medio Oriente, l’unico Paese dell’area in cui vige lo stato di diritto, mentre Hamas è e rimane una crudele organizzazione terroristica colpevole nei decenni dell’uccisione di migliaia di civili inermi palestinesi e israeliani”

Alla manifestazione hanno partecipato una ventina di persone, tra cui alcuni studenti, israeliani e non, che hanno voluto far sentire la propria voce.

“Vogliamo la pace, che però si fa con le persone, non con i mostri che hanno il solo desiderio di ucciderti prima ancora di pensare al proprio bene e dei propri familiari” ha esordito Shai, studente israeliano in Erasmus presso UniSi. “Non aspettate il 7 ottobre nella vostra città per rendervene conto. Bisogna combattere Hamas, i loro sostenitori e tutti coloro che hanno festeggiato il 7 ottobre.”

“Mi batto per la verità, per la libertà e quindi per Israele”, condivide Francesco, studente italiano di economia, che da tempo vede intorno a sé l’intolleranza di certi attivisti. “Di recente l’Università di Siena si è impegnata a riconsiderare le collaborazioni con Israele, ma qual è il problema che un ragazzo venga qui a studiare per un semestre? Per loro è un problema perché è israeliano.”

Tra bandiere e cartelloni, l’iniziativa ha cercato di scuotere gli animi del capoluogo toscano, fulcro di una piccola Comunità ebraica di circa quaranta anime, ricordando la tragedia degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e annunciando ulteriori manifestazioni in futuro.