Una mostra in Israele.
Daniela Di Castro, direttrice del Museo ebraico di Roma parla della sua prossima creatura con apprensione: la mostra Italia ebraica: oltre duemila anni di incontro tra la cultura italiana e lebraismo, di cui è curatrice con Natalia Berger, si aprirà il 4 dicembre al Museo Eretz Israel di Tel Aviv.
È un lavoro iniziato da oltre tre anni, ci dice, proposto allIstituto italiano di cultura di Tel Aviv da David Cassuto (tuttora nel Comitato scientifico della mostra), accolto con interesse dal Ministero degli Esteri italiano e dai suoi rappresentanti in Israele, lambasciatore Giulio Terzi di SantAgata, prima, e Sandro De Bernardini, ora. Ma seguito anche con attenzione dal Ministero per i beni e le attività culturali che presenzierà allinaugurazione di Tel Aviv con lo stesso ministro, Francesco Rutelli.
La mostra è allestita nel nuovissimo Rothschild Papillon, su progetto di David Palterer e allestimento di un gruppo di giovani israeliani. Si sviluppa in sezioni, tutte legate allidea del viaggio. Si tratta infatti di viaggio larrivo, da uomini liberi, nella nostra penisola degli ambasciatori dei Maccabei; e viaggio nei diversi luoghi dove si fermano gli ebrei con momenti di vita pubblica negata e poi riconquistata; viaggio nei momenti dei loro rapporti con il mondo esterno e nella loro via privata quotidiana.
E ancora viaggio da una generazione allaltra con la trasmissione dellidentità da padre in figlio e viaggio nella cultura ebraica con incontri e scambi culturali quello che mette in risalto i diversi aspetti della letteratura, musica, teatro, arti visive. Dunque un panorama complesso e completo.
Molti gli oggetti in mostra, alcuni dei quali particolarmente preziosi e sconosciuti al grande pubblico. Come la stele funeraria medievale, scritta in quattro lingue, conservata a Palermo, o i rimonim provenienti dal Museo di Roma con colonne tortili, il cui simbolo si ritrova nel baldacchino di S. Pietro. La mostra rimarrà aperta fino al 28 febbraio.