di Nathan Greppi
Nonostante l’Università Statale di Milano avesse revocato il permesso mercoledì 9 settembre, il giorno di Kippur, si è tenuto comunque un evento antisraeliano in cui il collettivo universitario Fuori Luogo ha invitato a parlare Miko Peled, un’attivista israeliano di estrema sinistra, nella sede della facoltà di Scienze Politiche.
Peled, figlio di un generale dell’IDF, da anni vive negli Stati Uniti dove fa da portavoce a movimenti antisraeliani, e si è reso protagonista di diverse controversie: in passato ha preso le difese sia di Hamas, mentre nel settembre 2017 ha difeso Jeremy Corbyn dalle accuse di aver lasciato crescere l’antisemitismo tra i laburisti inglesi, mentre nel novembre dello stesso anno, al University College di Londra, ha parlato di “caccia alle streghe contro antisemiti e negazionisti della Shoah.”
Come racconta una studentessa israeliana della Statale che ha assistito all’evento girando anche un filmato, Peled ha accusato Israele di “genocidio e pulizia etnica”, aggiungendo che essendo Yom Kippur era il giorno adatto per l’evento, in quanto “parliamo delle terribili offese e dei terribili peccati che i sionisti commettono nei confronti del popolo palestinese”.
In seguito alla decisione della Statale di non permettere l’evento, la rivista studentesca Vulcano Statale ha parlato di censura da parte della “comunità sionista milanese“.