di Nathan Greppi
Ha suscitato forte sdegno a livello locale quando, mercoledì 22 giugno, quando è stata vandalizzata da ignoti una pietra d’inciampo a Gallarate, in provincia di Varese, intitolata a Clara Pirani. Quest’ultima era una maestra che fu deportata ad Auschwitz nel ‘44 dopo essere stata denunciata da italiani, tra cui un suo vicino di casa. Morì nel campo di sterminio il 6 agosto 1944, uccisa nelle camere a gas.
La pietra d’inciampo è stata posata il mese scorso, ed è la seconda posata a Gallarate; la prima, posata il 25 aprile, è intitolata a Vittorio Arconti, un operaio che venne deportato e ucciso in Germania per aver indetto uno sciopero di protesta contro il regime. Anche la sua pietra era stata vandalizzata, appena poche ore dopo l’inaugurazione.
Clara Pirani era nata a Milano nel 1899, ed era un’ebrea convertitasi al cattolicesimo e sposata dal 1924 con un non ebreo, Francesco Cardosi. Si trasferì a Gallarate insieme al marito, preside di un liceo del posto, mentre lei era una maestra di scuola elementare. Con le Leggi Razziali, nel ‘38 sia lei che le sue tre figlie vennero allontanate dalla scuola pubblica in quanto registrate come “di razza ebraica”. La sera dell’11 maggio 1944, un loro vicino entrò a far loro visita apparentemente con intenzioni innocue, ma in realtà per verificare che fossero tutti in casa.
Subito dopo vennero arrestate lei e le sue figlie dalla Questura di Varese; stando alle testimonianze, le giovani riuscirono ad essere scarcerate in quanto figlie di matrimonio misto, mentre la madre venne rinchiusa nel Carcere San Vittore di Milano. Da lì, l’8 giugno venne dapprima trasferita nel campo di Fossoli, e poi deportata e uccisa ad Auschwitz.
Per manifestare dissenso contro questi atti di vandalismo, le sezioni locali dell’ANPI e dell’Associazione Mazziniana, responsabili per la posa delle pietre a Gallarate, hanno organizzato un presidio giovedì 23 giugno.