di Nathan Greppi
50 anni fa, il 4 gennaio 1973, andava in onda la prima puntata di Sorgente di vita, la rubrica di vita e cultura ebraica realizzata dalla Rai in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI). Il programma ha accompagnato e documentato la vita ebraica in Italia e nel mondo per mezzo secolo e, assieme alla rubrica Protestantesimo, ha costituito il primo spazio di pluralismo religioso nella storia della televisione italiana.
Per celebrare questo anniversario, la redazione del programma ha realizzato una puntata speciale, che andrà in onda su Rai 3 domenica 1 gennaio 2023 alle ore 7:00 di mattina. Attraverso interviste ad autori storici, giornalisti ed esperti di comunicazione, verrà ripercorsa la storia della rubrica, dalle prime puntate in studio negli anni ’70 fino ai giorni nostri.
La cerimonia
I “festeggiamenti” continueranno con una speciale serata dal vivo e aperta al pubblico, organizzata dall’UCEI con il patrocinio della Rai, lunedì 9 gennaio 2023 al Teatro Ghione di Roma, intitolata I miei primi cinquant’anni.
Sarà presentata dalla giornalista del Tg2 Francesca Nocerino, e si aprirà con i saluti della presidente UCEI Noemi Di Segni e dell’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes.
In seguito, interverranno i seguenti relatori: Emanuele Ascarelli, autore e responsabile di Sorgente di vita dai primi anni ’80 fino al 2016; Silvia Calandrelli, direttrice di Rai Cultura & Educational; Marco Di Porto, responsabile del programma dal 1 gennaio 2022; Aldo Grasso, critico televisivo del Corriere della Sera; Lia Levi, scrittrice e giornalista; e Daniel Toaff, per anni regista di Sorgente di vita che in seguito ha fatto carriera con programmi come La vita in diretta, oltre ad essere stato vicedirettore di Rai 1.
È possibile partecipare alla serata al Teatro Ghione scrivendo un’email all’indirizzo: segreteria@ucei.it
Testimonianze
“Ho lavorato per Sorgente di vita dalla sua nascita fino al 1994, quando la Rai mi chiamò per realizzare altri programmi,” racconta a Mosaico Daniel Toaff. “Nel 1972, una commissione di professori nominata dall’ Unione delle Comunità Israelitiche Italiane (ribattezzata UCEI nel 1987, ndr) fece richiesta alla Rai per avere uno spazio nel palinsesto, a fianco di altre rubriche religiose, fino a quel momento solo cattoliche. La cosa si sviluppò meglio dopo la riforma della Rai del 1975: venne stabilito di realizzare un programma in maniera stabile, a patto che l’Unione si assumesse la responsabilità di mettere insieme una redazione.”
Nata come rubrica religiosa, che all’inizio andava in onda a cadenza settimanale e durava un quarto d’ora, in seguito è diventata quindicinale e di mezz’ora a puntata. Determinante fu la decisione di realizzare un rotocalco che non si occupasse solo di storia e tradizioni, ma anche di attualità politica, con servizi sul conflitto israelo-palestinese e inchieste sui movimenti neonazisti in Europa. Nei primi tempi ne fu l’autore il giornalista Fausto Coen, già direttore del quotidiano Paese Sera.
“Dalla realizzazione in studio siamo in seguito passati ai reportage, lavorando in parallelo su immagini e contenuti,” spiega Emanuele Ascarelli. Secondo lui, Sorgente di vita “ha avuto un ruolo molto importante, perché abbiamo sempre tenuto conto di un fatto: anche quando gli ascolti erano bassi, il 90% degli spettatori non erano ebrei. Per questo, abbiamo utilizzato un linguaggio accessibile a tutti.”
Secondo Ascarelli, il programma è stato spesso in anticipo sui tempi: “Abbiamo intervistato scrittori israeliani come Amos Oz e David Grossman quando ancora non erano conosciuti al grande pubblico. Siamo stati gli unici inviati italiani a recarci in Etiopia per seguire i falascià che fuggivano dal regime di Menghistu. E già negli anni ’80 e ’90, ci siamo occupati di Israele con un occhio diverso rispetto alla Rai: quando parlare di Israele voleva solo dire ‘guerra’ e ‘pace’, noi ne abbiamo trattato l’arte, la cultura e la tecnologia, per normalizzarne l’immagine.”
“Per quanto riguarda la realizzazione dei servizi, molte cose sono cambiate con il passare del tempo, perché la televisione è cambiata” dichiara Piera Di Segni, che ha lavorato a Sorgente di vita dal 1982 al 2021 prima come segretaria di redazione, poi come redattrice e infine come responsabile. “I tempi sono diventati sempre più rapidi; se uno ascolta adesso un reportage degli anni ’80, trova un ritmo completamente diverso da quelli di oggi, e lo stesso vale anche per il montaggio.”
“Quest’anno abbiamo assistito ad un cambiamento epocale con il passaggio da Rai 2 a Rai 3,” racconta a Mosaico Marco Di Porto. “Abbiamo raddoppiato lo share, e abbiamo un bacino di ascolti che tra messe in onda originali e repliche si aggira tra i 400.000 e i 600.000 spettatori, a cui si aggiunge Raiplay che funziona molto bene. Ne siamo molto soddisfatti, e cerchiamo di continuare sulle orme lasciate negli ultimi 50 anni; quelle di un programma non urlato, equilibrato, e che parli in modo puntuale ad un pubblico generalista di ebrei e cose ebraiche.”
Ha spiegato che Sorgente di vita “è il più grande archivio audiovisivo ebraico in Italia, ed è un importante patrimonio sia per la Rai che le comunità ebraiche. Per quanto la televisione sia cambiata nel corso dei decenni, noi faremo del nostro meglio per portare avanti questa eredità nei prossimi anni.”