Riceviamo e pubblichiamo.
In occasione del Giorno della Memoria, il 27 gennaio la Commissione esteri della Camera dei deputati ha audito Gabriele Nissim, presidente della Fondazione Gariwo, la foresta dei Giusti, da oltre vent’anni impegnata nella promozione della memoria del bene come strumento di prevenzione dei genocidi e che domani sarà impegnata in una iniziativa online sulla Memoria della Shoah alla quale parteciperanno oltre 50 mila studenti da tutta Italia.
Gabriele Nissim, ricordando che il concetto di genocidio è stato coniato per la prima volta dal giurista ebreo polacco Raphael Lemkin in quanto “minaccia che riguardava l’umanità intera, poiché la distruzione di qualsiasi minoranza annientava non solo chi veniva colpito, ma impoveriva la ricchezza della pluralità umana su questa terra”, ha affermato che la prevenzione di nuovi genocidi è responsabilità di tutta la comunità internazionale. Nello specifico, l’Italia, ha spiegato Nissim, deve impegnarsi maggiormente per tenere fede all’impegno che ha preso quando ha firmato il 2 agosto del 1953 la Convenzione delle Nazioni Unite sulla prevenzione dei genocidi.
A tal proposito Gariwo ha avanzato tre proposte alla Commissione, presieduta dall’onorevole Piero Fassino:
1) nominare nel Parlamento un advisor italiano dei genocidi che lavori in collaborazione con il Consulente speciale sulla prevenzione dei genocidi delle Nazioni Unite e le istituzioni dell’Unione europea;
2) impegnare la Commissione Esteri del Parlamento a redigere ogni anno un rapporto dove si presentano all’opinione pubblica i pericoli di nuovi genocidi nel mondo e le possibili misure da prendere per prevenirli. La storia della Shoah ha insegnato che l’indifferenza e la mancata informazione di un crimine contro l’umanità sono presupposti che permettono ai carnefici di agire impunemente e così di nascondere le loro azioni. Come immaginava Lemkin, si tratterebbe di monitorare in modo scientifico tutti i segnali che sono l’anticamera di nuovi genocidi, come lo scoppio di nuove violenze o i discorsi di odio che toccano gli ebrei e qualsiasi minoranza;
3) creare anche in Italia una agenzia autonoma e indipendente sui diritti umani, come proposto dall’Unione europea, che in collaborazione con la Corte Penale Internazionale indaghi in modo permanente sullo stato dei diritti nel mondo e sui crimini contro l’umanità.
Modi concreti, ha spiegato Nissim, per non perdere l’attenzione su alcune delle grandi tragedie di oggi, come la sorte dei Rohingya e dei 730 mila civili costretti a scappare in Bagladesh; il milione di Uiguri, rinchiusi nei campi di concentramento nella regione dello Xinjiang; lo sterminio della piccola minoranza degli Yazidi perpetrato dai combattenti dello Stato islamico nella regione dello Sinjar; le guerre senza fine nello Yemen e nel continente africano; la crisi del Nagorno Karabakh; i nuovi fondamentalismi e i cambiamenti climatici che continuano a tormentare le popolazioni, creando situazioni drammatiche.
Le proposte avanzate da Gariwo sono state accolte da parte di tutte le forze politiche rappresentate in Commissione, che hanno sottolineato l’importanza di un advisor in Parlamento e di un rapporto annuale sulla prevenzione dei genocidi. Il presidente Piero Fassino ha detto che “devono essere prese in seria considerazione” dalla Commissione, che in particolare si impegnerà a sollecitare il presidente Fico sulla nomina di un’autorità indipendente sui diritti umani, già all’ordine del giorno nell’aula della Camera dei deputati, al netto dell’attuale sospensione dei lavori dovuti alla crisi di governo.
Impegno confermato anche dal vicepresidente della Commissione, Paolo Formentini (Lega Nord) che ha spiegato come il termine genocidio abbia “una forza evocativa” e che la memoria della Shoah può essere importante per denunciare, ad esempio, il dramma degli uiguri o del Nagorno Karabakh.
Per Lia Quartapelle (PD), che si è detta interessata a studiare in profondità le proposte di Gariwo, Nissim ha portato in Commissione due questioni importanti: “il peso delle parole”, utili a “definire i crimini contro l’Umanità e a portare avanti azioni preventive”, e la necessità di un maggiore “livello di approfondimento storico”, dal momento che “l’Italia ha fatto un lavoro meno efficace, ad esempio rispetto alla Germania, sulla consapevolezza degli errori del passato, in particolare sulla deportazione degli ebrei e i crimini coloniali”.
L’intenzione a lavorare su queste proposte è stata ribadita da Gennaro Migliore di Italia Viva (“la Camera può assumere ruolo propedeutico per accogliere le proposte di Gariwo, lavoreremo per elaborare questi strumenti di monitoraggio e controllo”), Laura Boldrini del Partito Democratico (“la Commissione Esteri deve rafforzare il suo ruolo di sorveglianza della tutela dei diritti e si farà carico di queste sollecitazioni, perché il ‘mai più’ è stato troppe volte disatteso”), Andrea Delmastro, Fratelli d’Italia (“è necessario aderire a proposte concrete, ‘genocidio’ è una parola che non vorremmo più citare, eppure dobbiamo ricordare altri genocidi in atto, come quello degli uiguri”), Valentino Valentini (“Forza Italia approfondirà e darà seguito a queste proposte stimolanti”), Yana Ehm (“ringrazio Nissim per questo appello, che anche il MoVimento 5 Stelle intende accogliere”) e Maurizio Lupi del Gruppo Misto, che ha ribadito “la disponibilità a lavorare, in unità, affinché non ci sia oblio”.
L’appello di Gabriele Nissim ai ragazzi
La Shoah ha rappresentato il male estremo di tutto il Novecento. L’abisso in cui può cadere l’umanità. Hitler voleva eliminare tutti gli ebrei dalla faccia della terra, assieme agli zingari e agli omosessuali. Per lui la vittoria nella guerra non era vincere gli Stati, ma cambiare la popolazione di questa terra. Per questo anche se stava perdendo la guerra, continuava ad ucciderli fino all’ultimo. Non gli importava alla fine se gli alleati arrivavano a Berlino, ma se gli ebrei scomparissero da questo mondo. era il suo folle piano.
Chiedo a tutti i ragazzi nella loro vita di fare due promesse a loro stessi, agli amici, in pubblico
Mai permettere che ci sia una sola parola di antisemitismo. Vigilare ogni volta che si manifesta una parola di odio. Rispettare sempre la dignità degli esseri umani.
In secondo luogo aggiungere nel decalogo un nuovo comandamento: non permettere mai un genocidio. Non volgere mai lo sguardo quando nel mondo si vogliono eliminare gli ebrei o altri popoli.
Se terremo fede a questa promessa potremmo pensare ad un mondo migliore.
Per questo abbiamo chiesto ieri al nostro parlamento di creare un consulente speciale e una commissione che ogni anno denunci al mondo i nuovi genocidi.
L’indifferenza che ha riguardato gli ebrei non ci deve essere più nel mondo.
Noi vinciamo Hitler e il nazismo se siamo impegnati ogni momento della nostra vita a creare un mondo migliore.
Vorrei ricordare oggi due grandi uomini che hanno dedicato la loro vita per questo sogno.
Prima di tutto il grande testimone della Shoah Nedo Fiano che ci ha lasciato.
Egli era ostinato nel raccontare ai i ragazzi nelle scuole quello che aveva sperimentato nell’inferno di Auschwitz. Lo faceva non per farsi compatire, ma perché la sua testimonianza doveva servire a non dimenticare. Come Primo Levi considerava che ogni nuova forma di odio, se non veniva arrestata avrebbe potuto riportarci nell’abisso, perché quello che è accaduto una volta si può sempre ripetere. Suo figlio che ha preso il suo testimone è un impegno che dobbiamo prenderci tutti noi. Fare parlare quelli che non ci sono più con le nostre parole e i nostri comportamenti.
Poi vorrei ricordare un grandissimo del Novecento a cui mi sono ispirato.
È il polacco ebreo Raphael Lemkin che propose al mondo nel 48 alle nazioni Unite la più bella legge d’amore per tutta l’umanità
Una convenzione di tutti i popoli contro i genocidi. Un grande patto che unisse tutti gli uomini di questa terra ad impedire e a prevenire qualsiasi atrocità di massa.
Inviterei tutti i ragazzi delle scuole a studiare e leggere questa convenzione nel giorno della memoria.
È la grande promessa del mai più.
Noi dobbiamo tenere fede a questa dichiarazione di amore, come gli disse sua madre che sapeva di morire per mano dei nazisti al momento dell’invasione della Polonia del 1939 , mentre suo figlio fuggiva negli Stati Uniti per chiedere al mondo di approvare questa legge.
Lemkin aveva riflettuto sul genocidio armeno e leggendo il Mein Kampf aveva capito cosa sarebbe successo agli ebrei se il mondo non lo avesse fermato.
Ciò purtroppo non è accaduto allora per gli ebrei che furono lasciati soli.
Ora però ciò che è accaduto per gli ebrei non si deve ripetere più.
Ecco la nostra grande promessa che abbiamo voluto ieri ribadire al parlamento italiano.