di Paolo Castellano
Una cerimonia commemorativa per ricordare gli ebrei e gli oppositori politici che tra il 1943 e il 1945 vennero torturati, imprigionati e deportati per ordine dei nazisti. Come ogni anno, l’evento si è svolto il 27 gennaio, Giorno della Memoria, davanti all’ex Hotel Regina di via Silvio Pellico, ospitando gli interventi di personalità istituzionali e dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani. Durante la celebrazione sono infatti intervenuti lo storico Marco Cavallarin, Roberto Tasca (Assessore al Bilancio e Demanio del Comune di Milano) , Alessandro Fermi (Presidente del Consiglio regionale della Lombardia), Maurizio Barbarello (Associazione nazionale ex-deportati), Roberto Cenati (Presidente ANPI di Milano), Pia Masnini Jarach (Comunità ebraica di Milano), Mario Artali (Corpo volontari della libertà) e Melissa Oliviero (Camera del Lavoro di Milano).
«Senza le carte e i documenti sarebbe stato difficile ricostruire quello che la Gestapo e gli agenti delle SS fecero all’interno di questo edificio. Abbiamo voluto raccontarlo posando questa lapide che riconsegna ai milanesi la Memoria delle persecuzioni in una città che oggi è totalmente cambiata rispetto agli anni Quaranta del Novecento», ha dichiarato Cavallarin, rievocando il percorso della petizione del 2008 che chiedeva al Comune di Milano di istallare una targa commemorativa per le vittime del nazifascismo.
Ha poi preso la parola Roberto Tasca che ribadito l’importanza della battaglia contro l’odio, elogiando l’attuale impegno della senatrice Liliana Segre. «Milano è una grande e complessa città ed è sicuramente una delle metropoli più importanti d’Europa. Ci ricordiamo tutti la marcia contro l’odio intrapresa dai sindaci e i cittadini milanesi che hanno detto di no ai messaggi violenti contro la senatrice Segre. È importante allora che nelle nostre coscienze rimangano gli autentici valori di libertà e non solo una targa di ricordo». L’assessore milanese ha poi sottolineato che le celebrazioni del Giorno della Memoria siano uno stimolo per opporsi alle derive di una politica sempre più populista e sovranista.
Un appello di pace e di convivenza è invece arrivato da Alessandro Fermi: «Per essere forte, la memoria deve dialogare con il presente. Oggi le testimonianze servono ad evitare l’indifferenza. Le nuove generazioni devono rendersi consapevoli che l’Europa è da 70 anni in pace: un periodo così lungo non c’è mai stato. La pace e la democrazia non sono così scontate. Dunque non dobbiamo correre il rischio di ripercorrere gli errori del passato». Fermi ha inoltre svelato che la Regione Lombardia ha in programma un progetto di legge dedicato ai viaggi della memoria affinché “certe verità non siano messe mai più in discussione”.
«L’albergo Regina è stato un luogo di tortura e sofferenza. Gli ufficiali tedeschi hanno potuto agire anche grazie alla collaborazione dei repubblichini. Senza la collaborazione di Salò non sarebbero riusciti a catturare ebrei e oppositori politici. Il Giorno della Memoria deve essere l’occasione di una riflessione sulla pericolosità del risorgere dei movimenti neonazisti e fascisti in Italia. La xenofobia, il razzismo e l’antisemitismo ci devono preoccupare», ha commentato Roberto Cenati, citando il progetto delle pietre di inciampo (90 pose in 3 anni)
Infine anche gli altri rappresentanti presenti alla cerimonia davanti all’ex Hotel Regina si sono soffermati sul ruolo della Memoria nella società milanese e nazionale, considerando soprattutto i recenti casi di razzismo, xenofobia e antisemitismo avvenuti in Europa. Pia Masnini Jarach ha poi invocato ulteriori sforzi nell’educazione delle nuove generazioni: «Purtroppo vedo davanti a me pochi giovani. Bisogna trovare nuovi linguaggi per coinvolgerli. Chi passa davanti a queste vetrine non è invogliato ad approfondire. Dobbiamo trovare dei modi per riconnetterci con le persone e raccontare la tragedia del nazifascismo».