di Ilaria Myr
«Al momento non è assolutamente nelle intenzioni di RCS Sport di cambiare la partenza del Giro d’Italia da Gerusalemme. Per noi rimane valida la dichiarazione fatta il 29 novembre in merito alla partenza dalla città e alle tre tappe». Questa è la posizione rilasciata a Mosaico il 13 dicembre, dagli organizzatori del Giro d’Italia 2018, la 101 edizione che prevede la partenza il 4 Maggio con una cronometro individuale di 10km, dedicata al Giusto fra le Nazioni Gino Bartali, proprio nel centro storico di Gerusalemme. Secondo il programma già ufficialmente presentato, in Israele si correrebbero poi due tappe in linea Sabato 5 e Domenica 6 Maggio, da Haifa a Tel Aviv e da Be’er Sheva a Eilat. Tutto ciò per celebrare i 70 anni dello Stato ebraico.
La dichiarazione esclusiva di Rcs Sport smentisce al momento le notizie circolate sulla stampa nazionale e internazionale su un possibile cambio di percorso, con partenza dall’Italia. All’origine vi sarebbero le preoccupazioni per la situazione internazionale che si venuta a creare dopo il riconoscimento di Donald Trump di Gerusalemme come capitale d’Israele e dello spostamento dell’ambasciata americana nella città.
In realtà già a settembre – quando ancora l’attuale crisi a Gerusalemme era ancora lontana e tutto il percorso non era stato svelato ufficialmente – il direttore della gara Mauro Vegni aveva dichiarato alla La Gazzetta dello Sport a settembre, aveva spiegato che in realtà gli organizzatori avevano già preso in considerazione l’ipotesi di un piano B, tutto in territorio italiano: «Ho la possibilità di inserire nel tracciato del Giro, diciamo tra il Sud e il centro risalendo l’Italia un pacchetto di tre tappe per sostituire eventualmente le tre di Israele. Ma si tratta di soluzioni davvero estreme». Del resto, la decisione di partire da territorio israeliano aveva suscitato alcune perplessità – l’ex patron del Giro Angelo Zomegnan parlava di “mettere a rischio l’intera carovana rosa” – così come gli immancabili appelli al boicottaggio della gara da parte dei sostenitori del movimento BDS, nonché di alcuni intellettuali.
Quasi tre mesi e una crisi politica dopo, però, la posizione ufficiale al 13 dicembre di Rcs Sport rimane inflessibile: «partiremo da Gerusalemme e faremo le tre tappe in Israele. Cambiare il percorso? Se sarà davvero necessario lo considereremo solo in primavera».
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