“Gli israeliani non sono civili, sono tutti militari. E ai bambini insegnano a sparare contro di noi”. Il secondo video di Klaus Davi nei quartieri arabi a Milano

Italia

di Ludovica Iacovacci
“I media in Italia sono manipolati dalla comunità ebraica. Questa è la verità. La Meloni è governata da Israele. Come lei, tedeschi, olandesi, tutto l’Occidente. In primis, gli Stati Uniti d’America sono governati da Israele” dicono con sicumera giovani palestinesi intervistati dal giornalista Klaus Davi in via Padova, a Milano.

Dopo l’episodio alla moschea di viale Jenner, il massmediologo ha pubblicato il 16 luglio la seconda puntata dell’inchiesta sulle conseguenze della narrazione mediatica riguardo alla guerra in Medio Oriente nei quartieri delle comunità arabe milanesi. Il giornalista si è recato presso la moschea di via Padova, il cui imam è stato premiato con l’Ambrogino d’Oro nel 2009, e ha percorso la via di Milano realizzando varie interviste ai fedeli del centro islamico.

Il sentimento comune che unisce tutte le voci arabe – per lo più palestinesi ed egiziane – è il profondo odio per lo Stato di Israele. Sul riconoscimento del diritto del Paese ad esistere non c’è neanche una voce che risponda affermativamente. “Stato di Palestina”, “Israele non esiste, non è uno Stato legale” dicono gli intervistati. “Noi abbiamo problemi con gli israeliani dal 1897”, sentenzia un palestinese di Nablus risalendo all’origine temporale del sionismo e facendo attenzione ad usare il termine “israeliani” e non “ebrei”, seppur nel 1897 lo Stato di Israele ancora non fosse stato fondato dato che in quell’anno Theodor Herzl istituì il primo Congresso sionista mondiale che si tenne a Basilea dal 29 al 31 agosto 1897.

“Non è antiebraismo, è antisionismo. Questi sono sionisti, usiamo i termini giusti. Non hanno diritto alla patria nel nostro Paese. Vadano in Germania, in America. Perché non vanno a vivere lì?” argomenta un giovane palestinese rispondendo al perché l’antisemitismo sia in crescita: “Noi siamo semiti”, precisa.

Secondo gli arabi non è vero che l’odio contro gli ebrei è in aumento ed il problema non è di carattere religioso: “Israele è il sionismo, la religione non c’entra”, afferma un palestinese ponendo la questione solo sul piano politico. “Come ebrei li accettiamo; li abbiamo sempre protetti in quanto musulmani, sia gli Stati sia il mondo arabo. Dove ci sono arabi, ci sono ebrei” sostiene il palestinese di Nablus, collocando l’origine dei problemi a “fino a quando non hanno messo piede in Palestina” e – questa volta – e non parla di “israeliani” bensì di “ebrei”.

Se la teoria appena enunciata dai musulmani (secondo la quale l’aspetto politico andrebbe distinto da quello religioso) fosse vera, allora sarebbe inspiegabile perché i palestinesi sostengono Hamas e il massacro del 7 ottobre, pogrom che prima di avere carattere politico ha natura religiosa e antisemita. Per i terroristi e i loro seguaci, la strage è una medaglia da appendere sul petto: “Il comportamento di Hamas è stato giustissimo, più che giusto”, afferma il palestinese di Nablus. Un altro dice di aver festeggiato quel giorno.

Quando Klaus Davi domanda cosa ne pensano dei civili rapiti, donne e bambini, il palestinese di Nablus risponde: “Gli israeliani non sono civili, sono tutti militari. Ai bambini insegnano a sparare contro di noi”. Quando il giornalista sottolinea che Hamas ha ucciso dei bambini israeliani, c’è un coro unanime da parte dei tre palestinesi presenti: “Non è vero. È morto solo un bambino, per sbaglio”.

Gli arabi vantano paragoni inesistenti tra i rapiti israeliani e i prigionieri palestinesi: “Gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas erano felici, sorridenti, tranquilli, dicevano che Gaza li ha trattati bene. I nostri ostaggi palestinesi tornano da Israele traumatizzati”. Del resto, per loro questa narrazione terroristica del 7 ottobre è un’invenzione della stampa “manipolata dalla comunità ebraica” e della politica occidentale “governata da Israele”. Inutile domandare se considerino i componenti di Hamas dei terroristi: “Ma stai scherzando? E i partigiani dell’Italia? Sono dei liberatori. Hamas ha vinto le elezioni nel 2006”.