di David Fiorentini
“I guerriglieri di Gaza sui deltaplani sono diventati folate di vento e grida che hanno sovvertito il tempo. La Rivoluzione palestinese è solo iniziata il 7 ottobre. È una cesura col passato meravigliosamente e tragicamente irreversibile.” Una minaccia surreale, che pare uscita da un comunicato iraniano se non di Hamas o Hezbollah, invece è il leitmotiv che oggi, 13 novembre, dalle ore 16 aleggerà all’Università Statale di Milano.
Sono parole tratte dal nuovo libro di Filippo Kalomenìdis, che si definisce “scrittore poeta e militante politico”, La rivoluzione palestinese del 7 ottobre sulla rampa di lancio di un “tour” di presentazioni in 10 città in collaborazione con Giovani Palestinesi Italiani e Intifada Studentesca.
Dall’apologia del terrorismo, fino alle monotone accuse di genocidio e colonialismo, “Amsterdam è dietro l’angolo” avverte Davide Romano. Giustificando le stragi, glorificando il martirio e demonizzando lo Stato di Israele e il popolo ebraico, si alimentano i nuclei radicalizzati in Europa disposti a ricorrere alla violenza per “sostenere” la causa palestinese.
Per cui, sorge spontaneo chiedersi come l’Università Statale di Milano possa ospitare un’iniziativa del genere. Come è possibile lasciare spazio a chi inneggia al 7 ottobre e all’“intifada studentesca”? Infatti… Non è possibile. Da uno scambio di email con l’Ufficio Stampa UniMi, si comprende immediatamente che la presentazione “non è stata autorizzata, né è stata avanzata alcuna richiesta di autorizzazione al riguardo.” Ma c’è di più, la tappa milanese di Kalomenìdis “non ha alcun tipo di riconoscimento o supporto istituzionale, neanche in termini di aule o spazi concessi per accoglierla”.
Una presa di distanze netta, che rende ancora più urgente il monitoraggio da parte delle forze dell’ordine a fronte di possibili occupazioni e disagi per gli studenti.