di Marina Gersony
Quando una tragedia come la Shoah e simboli ebraici diventano oggetti di strumentalizzazione o peggio ancora, quando vengono usati in modo improprio per scopi politici, propagandistici o promozionali. Per l’ennesima volta in questi giorni campi di concentramento, deportazioni e simboli come il Maghen David sono stati tirati in ballo come testimonial per cause che non hanno nulla a vedere con quello che sono o rappresentano. Inopportune le manifestazioni di sabato 24 e domenica 25 luglio in tutte le città d’Italia – (così come gli assembramenti durante gli Europei di calcio).
Ultimo della serie il post pubblicato nei giorni scorsi su Facebook dalla finora ignota Marianna Rubino, medico di Caserta; un post da brivido che nel frattempo è stato rimosso, cancellato o probabilmente censurato, ma che è ancora in circolazione grazie a qualche internauta che ha fatto in tempo a fotografarlo come testimonianza di un fatto gravissimo da segnalare alle autorità competenti. Terribili le parole di questa cardiologa che pare sia stata segnalata all’Ordine dei Medici di Caserta (vedi foto):
«Ragazzi è inutile pubblicare post che spiegano gli effetti del vaccino, perché se sono vaccinato posso contrarre il virus, etc… inutile pubblicare notizie, che spiegano come il 70% dei ricoverati sia novax. La soluzione è una e una sola: CAMPO DI CONCENTRAMENTO! Se fosse per me costruirei anche 2 camere a gas, ma visto che poi mi danno della nazista, evitiamo. Li mettiamo tutti insieme in esilio e quando sono morti di covid, li andiamo a recuperare e diamo degna sepoltura! Amen».
Non è la prima volta che simboli ebraici siano usati con crudele leggerezza, senza cognizione di causa e conoscenza della Storia. Ne abbiamo scritto su questo stesso sito in un articolo di qualche anno fa (La stella gialla contro i vaccini. Una ignobile strumentalizzazione) in cui già ai tempi la follia di alcuni antivaccinisti era approdata a nuove frontiere comunicative di pessimo gusto: bambini che non potevano essere iscritti a scuola in quanto i genitori si rifiutavano di vaccinarli, erano stati paragonati ai piccoli ebrei discriminati. «Poco importa a questi irresponsabili che la differenza tra le due situazioni sia eclatante – osservava nell’articolo la giornalista Ester Moscati –. I bambini devono essere vaccinati per la propria protezione sanitaria e per quella della comunità scolastica in cui sono inseriti; mentre per i bambini ebrei marchiati dalla stella gialla c’era solo discriminazione e condanna a morte».
Sami Modiano: “Per me significa sofferenza, dolore, deportazione, eliminazione”
Nessuno spiega meglio di Sami Modiano (Rodi, 18 luglio 1930), sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau e attivo testimone della Shoah di quanto sia improprio e inaccettabile il paragone Green Pass-Stella Gialla («Quello che ho visto non è minimamente comparabile a nulla»). Trascriviamo di seguito le parole di Sami Modiano rilasciate in un’intervista a David Parenzo qualche giorno fa su La7:
Parenzo: «In questi giorni circola nei social e anche nella politica un paragone vergognoso, incredibile: si dice che il Green Pass è come la stella gialla».
Modiano: «Questa dichiarazione io non l’accetto assolutamente. Per me significa tutt’altra cosa. Significa sofferenza, dolore e significa questo. Significa deportazione, eliminazione. Significa sradicare le persone dalle loro case.
Parenzo: «C’è addirittura un consigliere regionale che dice: “Arriveranno a tatuarci sul braccio un numero, come hanno fatto agli ebrei”».
Modiano: «Non è uguale perché quando io sono stato tatuato non avevo più il nome. Non ero più chiamato Sami Modiano. Ero chiamato B7456. In quel momento mi avevano tolto la dignità di essere una persona umana. Poi i tedeschi ci hanno considerato bestie da eliminare, non eravamo più persone, non eravamo più persone. Nel 2005 mi hanno chiesto di accompagnare 300 studenti ad Auschwitz Birkenau, la dove io sono stato sette mesi. E quando sono arrivato là e non ho dimenticato una virgola. È evidente c’è stata una reazione umana dopo 65 anni che mancavo in quel posto, di scoppiare in un pianto terribile. Ma era qualche cosa… era uno sfogo normale, perché rivedevo tutte le scene di nuovo dopo 65 anni, rivedevo di nuovo mio papà; rivedevo di nuovo mia sorella; rivedevo tutte le cose che avevo visto. Si può cancellare questo? Puoi compararlo con quello che mi stai dicendo adesso’ No! No!».
Per rimanere in tema citiamo una notizia dello scorso giugno ripresa da shalom.it in cui si comunica «che il colosso dell’e-commerce Amazon ha ritirato dalla vendita le T-shirt con la Stella di Davide, al cui interno era scritto “non vaccinato”, aberrante imitazione e strumentalizzazione del segno distintivo che gli ebrei erano obbligati ad indossare nella Germania nazista e nei paesi occupati durante la Shoah. Come riporta Ynet news, secondo il produttore della T-shirt, la maglietta è stata ideata per “coloro che si oppongono al vaccino, per i sostenitori della libertà sanitaria”. Provocando l’indignazione di numerosi utenti, che hanno richiesto all’azienda di rimuovere il prodotto. Già prima della pandemia negli Stati Uniti gli antivaccinisti avevano iniziato a usare il Maghen David sui social e nelle manifestazioni, come simbolo di identificazione e di protesta».
Emanuele Fiano: “Se foste stati i nuovi ebrei, ieri sareste stati caricati su camion, deportati in lager”
Chiudiamo infine con le parole di Emanuele Fiano postate sulla sua home di Facebook
«Avete scelto di offendere, di insultare, di vomitare sulla storia. Voi che ieri, nelle piazze, avete ostentato le stelle gialle di Davide, il volto di Draghi trasformato in quello di Hitler, trasfigurato il vaccino in fascismo, voi che guidati o meno da vecchie conoscenze del neofascismo italiano volete convincere il resto degli italiani, che vaccinarsi è come entrare in un campo di sterminio, non avete appreso nulla dalla storia. Voi oggi potete liberamente manifestare il vostro dissenso dal governo e dalle sue decisioni perché vivete in una Democrazia che difende le vostre libertà e le nostre, tutte insieme. Perché la vostra libertà di non vaccinarvi finisce dove inizia la mia di non contagiarmi. Dovreste ringraziare le migliaia e migliaia di donne e uomini che difesero con il sangue questo paese, non insultarne la memoria. Se fosse come dite voi, se noi fossimo i nuovi nazisti e i vaccini i nuovi lager, ieri voi non avreste potuto manifestare, se foste stati i nuovi ebrei, ieri sareste stati caricati su camion, deportati in lager dove la vostra vita sarebbe valsa il volgere di un secondo, sareste stati strappati dai vostri affetti, li sulla banchina del treno, gasati in pochi minuti, il vostro corpo bruciato e le vostre ceneri disperse nella Vistola. Meditate che questo è stato, se ancora ne avete la forza».
Roberto Cenati (Anpi Milano): “Preoccupazione per il carattere antisemita del paragone con la Shoah”
Anche il presidente dell‘Anpi Provinciale di Milano Roberto Cenati ha espresso il suo profondo disappunto.
“Tra le 8.000 e le 9.000 persone hanno manifestato sabato pomeriggio a Milano, contro il green pass. Nel corso del corteo, non autorizzato, alcuni dei manifestanti portavano la stella gialla dei deportati ebrei nei campi di sterminio, con la scritta “no vax” e striscioni con le svastiche, il volto di Hitler e la scritta “green pass”. La manifestazione caratterizzatasi per il vergognoso e delirante paragone con la Shoah e con il regime nazista, suscita in noi profonda preoccupazione per la sua caratterizzazione antisemita. Come quella svoltasi a Roma che ha registrato una robusta presenza di neofascisti e sovranisti al suo interno. Tutti noi dobbiamo tenere alta la guardia e molto viva la nostra attenzione di fronte al manifestarsi di questi pericolosissimi segnali. Fondamentali punti di riferimento sono per noi principi sanciti dalla Costituzione repubblicana, bussola e guida della nostra democrazia”.