La richiesta di risarcimento.
La famiglia Savoia chiede un risarcimento di 260 milioni di euro allo Stato italiano per “i danni morali dovuti alla violazione dei diritti fondamentali dell’uomo stabiliti dalla Convenzione Europea per i 54 anni di esilio dei Savoia sanciti dalla Costituzione Italiana”.
170 milioni di euro è la richiesta di Vittorio Emanuele (che aveva definito le leggi razziali “non così gravi”), 90 milioni quella di suo figlio Emanuele Filiberto, più gli interessi. Inoltre i Savoia vogliono la restituzione dei beni confiscati dallo Stato al momento della nascita della Repubblica Italiana.
La richiesta era contenuta in una lettera inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al Presidente del Consiglio Romano Prodi. Il governo italiano ha respinto le richieste e si è invece riservato di chiedere a sua volta i danni all’ex famiglia reale per le sue responsabilità storiche.
Il presidente Ucei Renzo Gattegna ha così commentato la vicenda: “Ritengo che l’iniziativa intrapresa dai Savoia e finalizzata a ottenere dalo Stato italiano un risarcimento per presunti danni morali e violazione dei diritti dell’uomo sia oltre che insostenibile sul piano giuridico anche inopportuna e offensiva della memoria storica dell’Italia.
Nell’esprimere questa convinzione parlo come cittadino italiano. E sempre come cittadino italiano rilevo che la storia degli ebrei italiani è parte integrante della storia dell’Italia in generale.
Mi viene spontaneo chiedere ai Savoia se hanno preso coscienza e conoscenza di quali sofferenze e quali danni siano stati causati dal comportamento del loro antenato Vittorio Emanuele III, che ha sottoscritto e avallato come capo di Stato le decisioni del regime fascista, sia relativamente alle alleanze militari con la Germania nazista, sia alla promulgazione delle leggi razziste, discriminatorie e persecutorie del 1938.
Non credo che i Savoia avrebbero intrapreso una simile azione per presunti danni da loro sofferti se avessero attentamente considerato le perdite umane e i danni materiali causati dalla Seconda guerra mondiale, i danni morali, sociali e culturali causati all’Italia dall’impoverimento conseguente all’emarginazione e alla persecuzione di cui sono stati fatti oggetto gli ebrei italiani, la deportazione e l’uccisione nei campi di sterminio di 8.500 ebrei italiani.
Se gli eredi dei Savoia avessero eseguito un esame di coscienza onesto e approfondito non si sarebbero certamente avventurati in questa iniziativa inaccettabile e offensiva”.