Il contrasto all’antisemitismo e al linguaggio d’odio: una priorità per la società

Italia

di Ilaria Myr
«Quando mi sono trovata per il mio strano destino alla sedia da presidente del Senato durante il passaggio alla nuova legislatura ho fatto un discorso in cui ho espresso il mio augurio che i lavori in Senato e Parlamento  potessero svolgersi con mitezza, parola questa poco usata ma importante, contraria alle parole di odio». Così la senatrice Liliana Segre è intervenuta al convegno annuale dell’Oscad-Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori intitolato ‘Le vittime dell’odio’, tenutosi martedì 16 maggio al Memoriale della Shoah di Milano alla presenza, fra gli altri, del Ministro degli Interni Matteo Piantedosi e del Coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo Giuseppe Pecoraro.

L’evento è stata un’occasione per riflettere in particolare sul contrasto all’antisemitismo e sui discorsi di odio, grazie all’intervento di esperti delle questioni. A fare da cornice un luogo importante come il Memoriale della Shoah, che come ha sottolineato il presidente Roberto Jarach, grazie alla spinta di Liliana Segre, ha visto una crescita importante dei visitatori, raggiungendo, fra gennaio e oggi più di 100.000 visite, e ha visto moltiplicarsi per cinque i visitatori dopo la diretta del 27 gennaio su Rai 1 con Liliana Segre e Fabio Fazio. «Abbiamo avuto, su stimolo della senatrice Segre, Chiara Ferragni che ha smosso i giovani. Da lì abbiamo cominciato a vedere ancora un altro passo avanti, poi il 27 gennaio abbiamo avuto la trasmissione Che tempo che fa di Fabio Fazio – ha premesso nel suo intervento -. Solo per dare alcuni numeri, a dicembre abbiamo avuto 3.600 visitatori non studenti, a febbraio 15.600, quindi ha avuto l’effetto di un moltiplicatore per cinque». Inoltre da settembre il memoriale ha accolto più di 50.000 studenti e l’obiettivo è ora raggiungere quota 60.000.

“Mi imbarazza che ancora oggi si debba parlare di lotta all’antisemitismo e che gli ebrei si sentano ancora bersaglio – ha commentato il coordinatore nazionale Giuseppe Pecoraro, che ha assunto il ruolo a fine gennaio di quest’anno, subentrando a Milena Santerini -.  Personalmente ho già chiesto misure concrete nel mondo dello sport, in cui questo fenomeno è molto presente, e ho anche chiesto di eliminare il numero 88, che è un numero di odio che richiama al nazismo, dalle maglie dei giocatori. Importante è che si lavori tutti insieme per riuscire a intervenire su questo fenomeno”.

Antisemitismo in forte crescita nel mondo

Da sinistra Stefano Gatti, Uriel Perugia, Agnese Nadia Canevari e Antonio Coppola

 

Stefano Gatti dell’Osservatorio Antisemitismo del CDEC ha poi illustrato la situazione dell’odio antiebraico, che in tutto il mondo dagli anni 2000 è fortemente cresciuto con forme diverse, in concomitanza con le crisi economiche successe in questi due decenni e con la pandemia di Covid. “La crisi sanitaria ha favorito il ritorno di tematiche che riprendono lo stereotipo antico dell’ebreo avvelenatore – ha spiegato-. Ma è la rivoluzione informatica ad avere dato la principale spinta alla diffusione dell’odio antiebraico. In Italia il fenomeno è in crescita soprattutto sui social, ma nei primi mesi del 2023 sono lievemente cresciuti anche quelli nella sfera reale, con casi incresciosi avvenuti soprattutto nelle scuole”.

Uriel Perugia, segretario generale dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, ha ragionato sul fenomeno che vede gli stessi ebrei minimizzare gli episodi di antisemitismo, e ha sottolineato come sia fondamentale che il mondo ebraico e gli enti preposti  condividano le informazioni. Un aspetto, quello della collaborazione e condivisione, sottolineato anche da Agnese Nadia Canevari, direttrice dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, che ha illustrato il lavoro dell’Unar, e  dal colonnello Antonio Coppola, Comandante del Reparto Operativo del Comando Prov.le dei Carabinieri di Milano, che ha elogiato la senatrice Segre per avere denunciato gli hater sui social, spronando così altre persone a fare lo stesso.

Il linguaggio d’odio

Da sinistra Milena Santerini, Marilisa D’Amico e Francesca Romana Capaldo

 

“L’antisemitismo è il prototipo per il linguaggio di odio – ha dichiarato Milena Santerini, docente all’Università Cattolica di Milano -. La svolta è il contagio emotivo tipico dell’online, che purtroppo è stato sottovalutato.  Essendo illegale, l’odio antisemita si esprime camuffato, quindi è difficile individuarlo dietro alla derisione e al disprezzo”. Il problema, però, ha sottolineato, è che essendo i social media appartenenti a imprese private, di fatto la diffusione di questi contenuti è alimentata dal business. Cosa si può fare allora? “In Italia abbiamo oggi una strategia che riguarda tutte le istituzioni, ma è anche importante prendere posizione a livello europeo e pretendere che vengano messe in pratica le politiche dichiarate dalle stesse piattaforme, ma poi non attuate: si pensi che solo fra il 10 e il 15% dei contenuti antisemiti viene rimosso, quindi l’85% rimane”.

Marilisa D’amico, docente all’Università degli Studi di Milano, ha ricordato l’Osservatorio Vox Diritti, che indaga i messaggi d’odio su Twitter, mentre la Vice Questore della Polizia di Stato Francesca Romana Capaldo, direttore della segreteria dell’Oscad, ha sottolineato il problema che molte vittime di episodi di odio non denunciano per paura, e questo ha ricadute sul contrasto al fenomeno.

Linguaggio e memoria: cosa si deve fare?

In conclusione l’atteso dialogo del ministro Matteo Piantedosi e la senatrice Liliana Segre con il giornalista Mario Calabresi.  Il Ministro ha sottolineato che “se è vero che purtroppo è nella natura dell’uomo cedere a sentimenti di odio, è tuttavia importante prevenirli e intercettarli”.

Alla domanda posta alla senatrice se si senta ottimista o pessimista riguardo alla trasmissione della memoria ai giovani, ha risposto: «Ci ho messo 45 anni della mia vita a volare come la farfalla gialla sopra il filo spinato in cui ero rimasta imprigionata e a raccontare ai ragazzi la mia testimonianza. I ragazzi per la maggior parte sono straordinari, ma negli anni la mia speranza in loro si è affievolita perché i tempi in cui viviamo sono tali che ci si dimentica di quello che è successo prima. E purtroppo sono profondamente pessimista sul futuro, quando della Shoah ci sarà solo una riga sui libri di storia, e poi non ci sarà più niente». Ha poi sottolineato l’importanza della Commissione per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, da lei costituita e di recente rinnovata. “Anche questa volta è stata votata all’unanimità, e ne sono molto contenta e fiduciosa, perché tutte le persone che ne fanno parte hanno capito in fondo lo spirito con cui viene fatta”.

Il ministro Piantedosi ha poi riflettuto sull’importanza del linguaggio e di curare la comunicazione, prediligendo messaggi positivi. “Ai fenomeni negativi bisogna porre un argine, ma si possono combattere meglio creando un antidoto di segno contrario. E questo vale anche per la sfera politica”, ha spiegato.

Del Memoriale della Shoah, che l’ha vista impegnata in prima linea fin dal ritrovamento del luogo nella stazione centrale, Liliana Segre ha detto: «Questo luogo importantissimo, da cui sono partiti ebrei e oppositori politici, è oggi diventato una fucina di argomenti vari e iniziative. E per questo devo ringraziare anche il caro amico Fabio Fazio, perché con la diretta che abbiamo fatto il 27 gennaio scorso migliaia di persone hanno improvvisamente hanno scoperto questo luogo e . Ringrazio anche il ministro della cultura Sangiuliano, che ha accolto la mia richiesta durata anni di segnalare in stazione il memoriale, e ha fatto mettere, a gennaio, un totem informativo».

E, concludendo, ha espresso un suo desiderio: “le date oggi sono importanti, ma purtroppo per chi non conosce i fatti possono essere vasi vuoti. Ci vorrebbe invece una data speciale, unica, che interessi tutto il mondo, in cui si dichiari la pace, nel mondo e negli animi”.