di Redazione
Che cos’è esattamente il negazionismo? Una forma di revisionismo storico oppure una manifestazione di ignoranza? E quanto è un fenomeno pericoloso?
Di questo ha parlato giovedì 27 gennaio la filosofa e storica Donatella Di Cesare dialogando con Marco Vigevani, presidente del Comitato Eventi del Memoriale della Shoah, durante un evento online organizzato in occasione del Giorno della memoria. Nell’occasione è stato presentato il libro di Di Cesare Se Auschwitz è nulla. Contro il negazionismo edito da Bollati Boringhieri, una versione aggiornata e arricchita dell’omonimo libro uscito nel 2012.
“Si pensa spesso che il negazionismo sia un residuo del passato, usando spesso la formula rigurgito, ma facendo così avvalliamo una visione ottimistica di quello che avviene – ha spiegato -, come se fosse un fenomeno che va estinguendosi. Invece è esattamente l’opposto. Il negazionismo nasce infatti nel 1945 e si sviluppa fino ai nostri giorni: è dunque un fenomeno inquietante e ho cercato di esaminarlo in questo senso”.
Ma cos’è esattamente il negazionismo? Una forma di ignoranza oppure una specie di revisionismo storico?
“È una forma di propaganda politica che nel passato è stata interpretata come forma di ignoranza – ha risposto alla domanda di Vigevani -. Invece chi nega non ignora; pensare che il negazionismo sia un orpello della nostra cultura e che come tale vada tollerato o pensare che i negazionisti siano semplicemente dei revisionisti è sbagliato. I negazionisti stessi si presentano come coloro che passano la storia al vaglio critico. In realtà non sono revisionisti, perché è una forma di propaganda politica che presenta la shoah come una truffa, un grande inganno ordito dagli ebrei, i bugiardi per eccellenza”.
Viene insomma meno il terreno comune di una comunità interpretativa, e vengono messe in discussione anche le basi della nostra democrazia, nata dalle ceneri di Auschwitz. E chi, come successo di recente con il Festival delle memorie di Ferrara, cerca di adombrare l’unicità della Shoah comparandola ad altri stermini, contribuisce, secondo la storica, inconsapevolmente a rendere più pericoloso il negazionismo. “La storia è piena di genocidi e tragedie, ma un aspetto rende Auschwitz e lo sterminio degli ebrei un unicum: l’industrializzazione della morte – ha aggiunto -. L’esistenza di campi di sterminio, ideati unicamente per sterminare gli ebrei – diversamente da quelli di concentramento e di lavoro – in cui i carnefici diventano anonimi e in cui la responsabilità viene frantumata fra i diversi soggetti che lo attuano, e in cui la morte è offesa nella propria identità, con le camere a gas e i forni crematori caratterizzano questo sterminio e lo distinguono da altri genocidi terribili”.
Nel suo libro, Di Cesare distingue diverse fasi del negazionismo. La prima è quella che comincia nel 1945 quando per scagionare il nazismo e il fascismo dai crimini contro l’umanità comincia la negazione dell’esistenza delle camere da gas, e soprattutto si assiste a un rovesciamento dei ruoli fra vittime e carnefici. “In quest’ottica le vittime sono i tedeschi, che hanno pero la guerra, gli alleati hanno inferto duro colpo a Germania, e gli ebrei sono i vincitori perché non annientati e perché fondano uno Stato in Israele. Avviene nazificazione degli ebrei, che non sono più vittime. Questo schema interpretativo avrà un successo enorme anche nel conflitto arabo-israeliano”.
La seconda fase del negazionismo si ha negli anni 80-90, quando irrompe nello spazio pubblico. Eloquente è il caso Faurisson, accademico che riesce a scriver su le monde dove insinua i dubbi. Grande escalation.
L’ultima fase, in cui siamo immersi, del XXI secolo che comincia con l’11/9, dove hanno la meglio interpretazioni complottistiche, che individuano i colpevoli nel Mossad e negli ebrei. In questa fase si racconta che la Shoah è una truffa degli ebrei che la raccontano truffa per alcuni fini: fondare lo stato di Israele, creato quindi illegittimamente, ma anche per riprendere nelle mani le redini del complotto mondiale ebraico, delle forze occulte dei poteri forti. Emerge dunque con chiarezza che il negazionismo è il nuovo volto dell’antisemitismo”.
Qui il video integrale dell’evento sulla pagina Facebook del memoriale della Shoah