di Nathan Greppi
Sabato 1 agosto Maurizio Turco e Irene Testa, rispettivamente Segretario e Tesoriere del Partito Radicale, hanno annunciato in un comunicato che il PR si riconosce nella definizione dell’antisemitismo enunciata dall’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance), per cui: “L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio nei loro confronti. Le manifestazioni retoriche e fisiche di antisemitismo sono dirette verso le persone ebree, o non ebree, e/o la loro proprietà, le istituzioni delle comunità ebraiche e i loro luoghi di culto.”
La definizione, redatta nel 2005 e adottata da circa 30 paesi (l’Italia si è aggiunta nel gennaio 2020), aggiunge anche che: “Le manifestazioni possono avere come obiettivo lo Stato di Israele perché concepito come una collettività ebraica. Tuttavia, le critiche verso Israele simili a quelle rivolte a qualsiasi altro paese non possono essere considerate antisemite.”
La definizione è stata anche adottata dal Parlamento Europeo il 1 giugno 2017.
A livello di singoli partiti, quello radicale non è il primo in Italia ad adottare la definizione: il 22 luglio lo fece il Partito Liberale Italiano, e 2 settimane prima anche il Partito Repubblicano.