di Walker Meghnagi
Come ogni anno la nostra Comunità ha partecipato alla commemorazione del 25 Aprile con una folta delegazione in sua rappresentanza nella quale era presente anche Noemi Di Segni, Presidente dell’UCEI.
Quest’anno la ricorrenza del 25/4, per noi ebrei, aveva una doppia valenza: celebrare il giorno della liberazione dal giogo del nazi-fascismo e della fine della 2° guerra mondiale da questi scatenata ed il 75° anniversario di Yom Atzmaut, che quest’anno eccezionalmente cadeva nello stesso giorno.
La carica di gioia ed entusiasmo, che abbiamo portato con noi, era alle stelle e li abbiamo saputi trasmettere sia nelle occasioni cerimoniali che nel corso del corteo.
A differenza degli ultimi anni, quest’anno si respirava un’atmosfera molto più accogliente e positiva grazie anche al lavoro preventivamente fatto da tutte le forze dell’ordine, dall’Amministrazione cittadina e dall’ANPI di Milano e dal suo Presidente Roberto Cenati e dagli encomiabile “City Angels” che hanno tutti svolto un fantastico lavoro per far sì che questa bellissima giornata potesse essere veramente la “Festa della Libertà” non solo nella sua essenza celebrativa, ma nel suo significato più profondo. Si sono così evitati i momenti di tensione e violenza provocati negli anni scorsi da parte di alcune frange estremiste che caratterizzavano il corteo, soprattutto al passaggio della “Brigata Ebraica”.
La giornata si è conclusa splendidamente con l’evento celebrativo organizzato a Scuola al quale hanno partecipato circa 400 persone tra musica, balli, un ricchissimo buffet e tanta convivialità. Per tutto questo dobbiamo ringraziare l’organizzazione impeccabile dell’Assessorato alla Cultura e Kesher nelle persone di Sara Modena e Paola Boccia e di tutti quanti si sono adoperati al successo dell’evento.
Concludo abbracciando idealmente tutta la nostra magnifica Comunità con la speranza di vedervi sempre più numerosi e partecipi alle ricorrenze, ma soprattutto alla vita di questa nostra straordinaria CEM.
Buon compleanno Israele, una grande serata, per il 75esimo anniversario
dalla nascita dello Stato ebraico
prima alla Sinagoga Centrale e dopo nei giardini della Scuola
di Roberto Zadik
Per la prima volta, da anni, due importanti ricorrenze come il 25 Aprile, festa della Liberazione dell’Italia dal totalitarismo nazifascista, e lo Yom Hazmaut, celebrazione per il 75esimo anniversario dalla nascita dello Stato di Israele, si sono intrecciate fra loro e martedì sera, due importanti iniziative si sono susseguite, a breve distanza temporale. A cominciare dalla preghiera, in via Guastalla, quando dal lutto, per lo Yom HaZikaron (Giorno di ricordo dei soldati caduti nelle varie guerre e delle vittime del terrorismo), si è passati alla gioia del Giorno dell’Indipendenza israeliano, con una preghiera speciale di benedizione per Israele, con tanto di apertura dell’Aron Ha Kodesh e suono dello Shofar. Rav Arbib, rabbino capo della comunità ebraica milanese, nel suo discorso, riferendosi alla difficile situazione in cui, attualmente, si trova Israele e al recente attentato a Gerusalemme ha ricordato i pericoli dell’odio antiebraico, “un odio psicopatico -, come direbbe un grande saggio bielorusso come Rav Joseph Soloveitchick, – in cui gli attentatori arrivano a decidere di morire pur di uccidere il nemico oltrepassando qualsiasi logica razionale”.
Parte centrale della cerimonia è stata la grande festa nei giardini della Scuola che, preceduta dal consueto buffet, è stata accompagnata dalla musica della Alma Brothers Band e scandita da una serie di interventi importanti da parte di personalità di spicco del mondo comunitario milanese e nazionale.
La serata, organizzata dalla Comunità ebraica milanese in collaborazione con il Keren Kayemet Le Israel (KKL), il Keren Hayesod (KH) e varie istituzioni ebraiche milanesi è stata presentata da Paola Boccia, responsabile degli eventi comunitari; a cominciare la serie di interventi è stato il Rabbino capo, Rav Arbib, che ha ricordato le fasi della creazione dello Stato di Israele sottolineando la centralità del ricordo delle proprie radici ebraiche a prescindere dalle opinioni e delle provenienze dei singoli.
Rav Arbib ha ricordato che Ben Gurion ha detto che “A differenza dei bambini americani che non si ricordano in che giorno i pionieri della nave inglese Mayflower sono sbarcati in America, tutti i bambini ebrei sanno in che giorno sono usciti gli ebrei dall’Egitto, da che parte sono entrati, cosa hanno mangiato e come erano vestiti “. In merito alle parole pronunciate da Ben Gurion, il Rav ha ribadito l’importanza di questa citazione in un periodo in cui si mette in discussione la legittimità dello Stato di Israele e del diritto ebraico alla propria terra; egli ha anche ricordato che Ben Gurion diceva che quel diritto partiva da tremila e cinquecento anni prima e non
dal 1948. Come ha sottolineato il Rav “Le radici bibliche di Israele erano molto chiare a tutti i fondatori dello Stato di Israele, che fossero laici o religiosi, ed è importante dirlo agli altri ma soprattutto a noi stessi. Quando parliamo di Israele siamo molto orgogliosi delle start up e delle novità israeliane ma siamo meno coscienti di quelle che sono le nostre radici e, senza di esse, non abbiamo futuro”.
Rav Arbib, nel suo intervento, ha aggiunto “fra ebrei si discute molto, ma ogni discussione ha un senso a patto di sapere che si è un unico popolo perché, nonostante le divisioni e le pluralità di opinioni e di punti di vista, la storia ebraica è straordinaria; facciamo parte di una storia unica nel suo genere e nessun popolo può dire di avere delle radici così antiche; se ce lo dimentichiamo, rischiamo grosso”. Ha poi concluso “Ben Gurion, nonostante non fosse affatto religioso, aveva ben chiaro il patrimonio culturale del popolo di Israele ed io vorrei che Yom Ha Azmaut fosse il momento per non dimenticarlo mai”.
Successivamente sono intervenuti, in rappresentanza dell’Ucei, la presidente Noemi Di Segni, il vicepresidente Milo Hasbani ed il presidente della comunità milanese Walker Meghnagi. Riferendosi allo Yom HaZikaron, il vicepresidente dell’Unione ha ricordato il sacrificio di tanti esseri umani, la deposizione, assieme alla presidente Ucei Noemi Di Segni, di una corona, in ricordo delle vittime, alla Loggia dei Mercanti ed il collegamento, con Israele, per il minuto di silenzio per ricordare il “passaggio dallo Yom Ha Zikaron allo Yom Hazmaut”.
Subito dopo la presidente Di Segni ha messo in luce l’importanza di entrambe le ricorrenze, 25 Aprile e dello Yom Hazmaut esprimendo soddisfazione per l’andamento della giornata. Successivamente ha ricordato una serie di cose importanti che caratterizzano lo Yom Ha Azmaut come “il sentimento di unità e unicità del popolo ebraico e di Israele attraverso la gioia, nella festa che afferma i miracolo dello Stato israeliano” e la forza dell’appello del presidente Herzog “in memoria dei caduti che mi ha fatto rabbrividire”. Pur provenendo da paesi diversi, ha detto la presidente, citando Herzog, “i soldati sono stati uniti nel sacrificio, e nell’esempio di fratellanza; invito a non confondere le dinamiche interne dalla lotta per la sopravvivenza”, esprimendo l’impegno delle Comunità ebraiche italiane nel difendere costantemente il riconoscimento dell’esistenza dello Stato di Israele e la difesa dei confini e delle città.
“Lo ribadiamo in ogni luogo e sede, specialmente verso coloro che si fregiano di difendere diritti umani, con logiche che nulla risolvono del secolare conflitto israelopalestinese”. Citando l’intervento di Rav Arbib, la presidente Ucei ha evidenziato l’importanza delle radici che affondano nelle Sacre Scritture nell’affrontare le sfide del futuro; la presidente ha aggiunto “esse ci illuminano oggi come ieri, nella millenaria storia, vissuta nel territorio e in diaspora, nel sogno sionista, nei confini che difendiamo con Gerusalemme come capitale. Come venne definito nella Meghillat Azmaut, dichiarazione costitutiva dello Stato, Israele è stato di diritto e di eguaglianza, di accoglienza e convivenza fra tutti i suoi cittadini, di qualsasi credo, uniti dalla lingua ebraica che congiunge sacro e quotidiano, fioritura di studi religiosi e di pensiero e nella mano tesa che offre pace e vicinanza ai popoli che lo circondano”.
In conclusione, la presidente ha detto “queste missioni, scritte nella Dichiarazione della fondazione di Israele, sono ardue ma sono gli imperativi che si abbinano a quelli della vita; ne siamo ogni giorno orgogliosi e ancora di più oggi, ribadiamo l’eterna speranza, Ha Tikwà“.
Subito dopo ha parlato il presidente Meghnagi che ha evidenziato l’importanza di festeggiare entrambe le ricorrenze, la Liberazione come “ebrei italiani visceralmente attaccati allo Stato italiano e, come popolo di Israele, lo Yom Hazmaut; oggi abbiamo Israele e dobbiamo difenderlo in tutti i modi, essere uniti nelle differenze fra di noi e guai a chi tocca Israele”.
Tante riflessioni e interventi di alto livello, fra cui quello di Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano, che ha ricordato l”amicizia fra Milano e Israele; la nostra città coltiva rapporti preziosi con Israele” e ha messo in evidenza la fortunata coincidenza delle feste odierne accomunate dal patrimonio di libertà, di democrazia, di rispetto dei diritti fondamentali e della pace. “Milano dopo gli orrori della Shoah è diventata uno dei centri principali di accoglienza degli ebrei in fuga” ha evidenziato Sacchi mettendo in risalto il legame fra Milano e Israele “sempre a fianco del popolo ebraico e contro ogni forma di discriminazione e di razzismo“.
Ultimi due interventi quelli del presidente KKL Sergio Castelbolognesi e del rappresentante di Keren Hayesod Eyal Avneri che ha portato i saluti della presidente Francesca Modiano. In conclusione della serata, come di consueto, c’ è stato il taglio della torta per Israele da parte del presidente Meghnagi, del Rabbino Capo Arbib e del vicepresidente Ucei Milo Hasbani con l’esecuzione dello storico brano Hava Nagila da parte della band degli Alma Brothers accompagnato dalla gioia e dai balli dei presenti.
Da ricordare che in occasione della festa è stata allestita nella scuola una mostra sulla nascita dello stato di Israele, grazie alla World Zionist Organization e al suo presidente Rodrigo Weiner e al Presidente del Maccabi Italia, Vittorio Pavoncello. La mostra, allestita sul ponte della scuola, rimarrà visitabile ancora qualche giorno per dare l’opportunità a chi non l’ha vista di poterlo fare nei prossimi giorni.