di Ilaria Myr
Tre giorni dopo l’approvazione da parte dell’Unesco della mozione presentata dall’Autorità Palestinese sul centro storico di Hebron e la Tomba dei Patriarchi Patrimonio dell’Umanità in pericolo dello Stato di Palestina, il quotidiano Il Foglio ha lanciato il 10 luglio un appello “contro la Shoah culturale, affinché l’Unesco dichiari Israele patrimonio dell’umanità”.
Il Foglio aveva già reagito “contro la Shoah culturale” in occasione dell’ampiamente contestata votazione sulla Spianata delle Moschee e il Muro del Pianto, che l’Unesco aveva votato a ottobre maggioranza come parte del patrimonio palestinese, negandone di fatto le profonde radici ebraiche. In quell’occasione il quotidiano aveva organizzato una manifestazione davanti alla sede romana dell’Unesco, a cui avevano partecipato 300 persone.
Il testo dell’appello del Foglio
“L’Unesco ha definito Israele una “potenza occupante” a Gerusalemme e ha poi assegnato all’islam e ai palestinesi la sovranità della tomba dei patriarchi a Hebron, dove sono seppelliti Isacco, Giacobbe e alcune delle loro mogli, negando i legami con la tradizione ebraica di quello che è considerato il secondo luogo più sacro dell’ebraismo. Per questo e non solo per questo dobbiamo dire chiaramente no a questa shoah culturale contro lo stato ebraico. Per questo e non solo per questo sarebbe opportuno che i ministri di questo governo, i loro collaboratori, e i grandi intellettuali italiani mostrassero gli attributi davvero, firmando lo stesso appello che nel 1974, un anno dopo la guerra del Kippur, scelsero di sottoscrivere alcuni pezzi grossi della cultura italiana. “L’Unesco è un organismo delle Nazioni Unite che ha per compito quello di difendere l’educazione, la scienza, e la cultura. Quanto è avvenuto rappresenta una perversione: uno stravolgimento del suo ruolo. I sottoscritti rifiutano di collaborare a questo organismo sino a che non abbia provato nuovamente, nei riguardi di Israele di essere fedele ai propri fini”. Per aderire scrivete a vivaisraele@ilfoglio.it“