TORINO – dal nostro inviato David Fiorentini
“È nostro dovere scendere in piazza per esprime la nostra indignazione in merito alla decisione presa dal Senato Accademico dell’Università di Torino. Questa infatti crea un precedente estremamente preoccupante, che può espandersi a macchia d’olio su tutto il Paese, dove diversi atenei, sempre più sotto pressione, stanno decidendo di assecondare le richieste degli studenti dei collettivi minacciando però quelli che sono i valori fondamentali su cui sono state fondate le nostre università.”
Così il Presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia, Luca Spizzichino, ha chiamato a raccolta gli studenti, i professori e tutti coloro che hanno espresso il loro disappunto rispetto alla decisione del Senato Accademico dell’Università di Torino di non partecipare al bando indetto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale (MAECI) per le collaborazioni con gli atenei israeliani.
La circolare del Ministero proponeva nuove opportunità di cooperazione su temi scientifici e di sviluppo sostenibili come le tecnologie per la salute del suolo, le tecniche di desalinizzazione e trattamento dell’acqua potabile, e l’ottica di precisione.
Alla protesta di fronte il Rettorato hanno aderito anche vari partiti dell’area moderata dell’arco politico, tra cui Forza Italia Giovani, Italia Viva, +Europa e Azione, oltre che singoli esponenti politici come il Consigliere comunale di Milano Daniele Nahum, recentemente fuoriuscito dal Partito Democratico.
Nella folla di sostenitori alla libertà di collaborazione accademica, è stato fatto notare come l’UniTo non abbia interrotto gli accordi intrapresi gli atenei di Paesi autoritari e liberticidi, quali Russia e Iran, mentre applicando un fazioso doppio standard ha deciso di impedire ulteriori rapporti con studiosi residenti in una libera democrazia parlamentare.
Contemporaneamente, nelle vie parallele, la Polizia di Stato ha impedito a numerosi manifestanti pro-palestinesi dei centri sociali di assalire il presidio, bloccando il traffico e scontrandosi in tenuta anti sommossa contro i contestatori più violenti.