di Redazione
“Sarebbe facile trovare motivi di preoccupazione ma da laica come sono vorrei stare a vedere. Troppo facile giudicare a priori… Voglio combattere dentro di me quei pregiudizi che hanno sconvolto molte vite e voglio essere una spettatrice serena”.
Così la senatrice Liliana Segre ha risposto a Fabio Fazio, domenica 23 ottobre, durante la trasmissione Che tempo che fa su Rai 3 alla domanda sul governo appena eletto.
Un intervento, il suo, espresso con la consueta pacatezza e forza che la contraddistingue, di cui ha dato mirabilmente prova anche il 13 ottobre, giorno della nomina del presidente del Senato, quando ha presieduto l’Aula del Senato. Dio questa giornata ha detto: “Che proprio a me dovesse capitare a me di essere sul trono al Senato è stata una congiuntura strana, perché toccava al carissimo presidente Napolitano, che non poteva per problemi di salute. Sono sempre intimidita dal Senato. (…). Il banco della scuola che non ho potuto più raggiungere perché avevo delle colpe che non sapevo di avere mi è rimasto sempre impresso. Erano passati tanti anni, ma io ero sempre quella scacciata da scuola, anche se ero seduta lì al banco del Senato”.
Alla domanda su cosa ha pensato quando ha nominato Ignazio La Russa presidente del Senato, membro dell’MSI e neofascista dichiarato, ha preferito non rispondere. Ma alla domanda se oggi esiste ancora l’antifascismo, ha risposto: “Vorrei sperare che ci sia ancora. Ho vissuto una vicenda familiare in cui mio padre aveva un unico fratello che era un fascista della prima ora, era convintissimo. E c’era un continuo scambio di idee tra mio papà e questo fratello amatissimo: mio zio si era sposato in camicia nera e dopo anni di conflitto fraterno, mio zio tagliò dalle foto del matrimonio tutta la sua presenza in camicia nera. C’era allora una borghesia ebraica che aveva aderito al fascismo. Mio zio dopo aver perso tutta la famiglia per le leggi razziste si trovò col rimorso di aver aderito in gioventù al fascismo che gli aveva ucciso il padre, la madre e l’unico fratello. Se c’è ancora l’antifascismo? Ricordando la disperazione di mio zio, dico voglio sperare ci sia ancora”.
Nel corso dell’intervista la senatrice a vita ha anche espresso i suoi timori per il futuro della Memoria. “Sono una delle ultimissime al mondo e con pessimismo e realismo dico che la Shoah sarà trattata in un rigo nei libri di storia, poi non ci sarà più neanche quello”. Ha poi rivolto a Fabio Fazio l’invito a fargli una visita al memoriale della Shoah di Milano. “Vorrei che nel memoriale della Shoah tu ti facessi guidare da me, io c’ero”, ha aggiunto rivolta al conduttore. “Sarà un onore e lo condivideremo con il pubblico televisivo”, le ha risposto Fazio.