di Redazione
Di seguito pubblichiamo la lettera della senatrice a vita Liliana Segre, pubblicata dal Corriere della Sera del 15 febbraio 2019, e ripresa dal sito di Gariwo, in seguito alla richiesta di sospensione dei lavori di ristrutturazione del Giardino dei Giusti al Monte Stella da parte del Ministero dei beni Culturali che aveva suscitato l’indignazione della Comunità ebraica di Milano.
Purtroppo all’epoca delle persecuzioni non ho avuto la fortuna di incontrare i Giusti. E forse anche per questo ho sempre considerato l’indifferenza il peggiore dei mali, poiché ogni persona può sempre scegliere se andare in soccorso dell’altro o voltare la testa dall’altra parte.
Per questo andando in giro nelle scuole, da nonna, cerco sempre di spiegare ai ragazzi che ognuno di loro sarà forse chiamato dalla vita ad avere coraggio e a doversi occupare di qualcuno che soffre ed è perseguitato.
A Milano, sul Monte Stella, esiste un luogo che racconta le storie degli uomini giusti che si sono messi in gioco per impedire che ebrei, armeni ruandesi, cambogiani, russi, subissero stermini e persecuzioni.
Quando vedo i giovani scoprire queste storie al Giardino dei Giusti, spero sempre che qualcuno di loro possa nella vita apprendere qualche cosa dagli esempi degli uomini migliori. Non ho mai capito perché questo luogo di riflessione, costruito con tanta passione da Gariwo, la foresta dei Giusti insieme al Comune di Milano e all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane abbia suscitato tante polemiche e ostacoli di ogni tipo. Ed ora mi sorprende che il Ministro dei beni culturali abbia deciso il blocco dei lavori di ristrutturazione approvati dall’amministrazione della città.
Mi sono battuta con tutta la mia anima per la realizzazione del Memoriale della Shoah, perché occorre trasmettere ai giovani la consapevolezza che il male si può sempre ripetere. Sono orgogliosa che la città lo stia realizzando e che migliaia di ragazzi lo frequentino. Vorrei essere altrettanto orgogliosa che Milano possa avere un Giardino dei Giusti amato da tutti, perché il più piccolo seme di bene piantato in un Giardino ci dà una luce di speranza per il futuro.