di Paolo Castellano
Le affermazioni, e in particolare i riferimenti alla comunità ebraica italiana, del neoeletto Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sono state molto apprezzate a livello internazionale. Lo apprendiamo da un articolo pubblicato martedì scorso dal Wall Street Journal. L’elogio apparso sul prestigioso quotidiano americano è stato firmato da uno degli storici columnist del giornale come Michael Ledeen.
“Le sue prime parole ed i suoi primi gesti lo hanno già distinto dai suoi omologhi europei. Rassicura vedere che c’è almeno un Paese in Europa che ha la volontà di misurarsi con i maggiori problemi del nostro tempo”, ricorda il giornalista.
“Il Capo dello Stato ha un passato politico nel solco della tradizione, provenendo dalla corrente di sinistra dell’ormai scomparsa Democrazia Cristiana. Ma nulla della sua biografia avrebbe fatto pensare che il nuovo presidente avrebbe reso tanto rapidamente un pubblico omaggio agli ebrei italiani -, prosegue il Wall Street Journal -. Mattarella ha pronunciato un discorso nel quale ha incoraggiato la comunità internazionale a mettere in campo tutte le risorse nella lotta al terrorismo”, nominando direttamente il nome di Stefano Taché, il bambino di 2 anni rimasto ucciso nell’attentato alla sinagoga di Roma del 1982.
Leggiamo inoltre: “le parole del Presidente Mattarella rispecchiano senza dubbio anche i sentimenti del primo ministro italiano, Matteo Renzi, un cattolico che ha molto aiutato la comunità ebraica di Firenze quando era sindaco della città”.
Ledeen spiega poi che “i 35.000 ebrei italiani, una comunità numericamente ristretta rispetto al mezzo milione di ebrei francesi, sono decisamente più sicuri rispetto ai correligionari di Francia ed Inghilterra. Non c’è mai stato un movimento antisemita di massa, in Italia, in parte anche grazie alla presenza di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e oggi Francesco, che hanno sempre sostenuto gli ebrei”.
Gli apprezzamenti del Wall Street Journal sono rivolti sia alla politica interna che estera, “non è soltanto per il trattamento degli ebrei che l’Italia si sta rivelando diversa dal resto d’Europa. L’Italia è stata disponibile anche nel sostenere le attività di antiterrorismo in Medioriente, in particolare a fianco dei curdi nella guerra contro l’ISIS”.
Del resto, non è la prima volta che Michael Ledeen loda l’ebraismo italiano – che conosce bene, abitando lui stesso nel nostro Paese da ormai vari anni -e ne sottolinea la maggiore sicurezza rispetto alle altre comunità europee. In un articolo del giugno dell’anno scorso pubblicato da Tablet Magazine, infatti, parlava proprio di condizioni controcorrente degli ebrei italiani rispetto ai colleghi europei.