Domenica 30 agosto all’imbarcadero di Meina l’artista Gunter Demnig ha posato 16 ‘pietre d’inciampo’ in ricordo della prima strage di ebrei sul suolo italiano. Infatti, tra il 12 settembre e il 10 ottobre del 1943 i nazisti uccisero lungo il Lago Maggiore 57 ebrei, 16 dei quali si erano rifugiati nell’Hotel Meina.
Il progetto delle pietre d’inciampo ha preso il via nel 1993 e finora in vari Paesi d’Europa ne sono state posate oltre 54mila con l’obiettivo di contribuire a riflettere su quanto è successo nel passato affinché non si ripeta nel futuro. Insomma, come le ha definite uno scolaro tedesco: “Le pietre d’inciampo non sono pericolose, perché si inciampa con la testa e con il cuore”. E sono anche un omaggio a chi è rimasto vittima delle persecuzioni: per leggerle, infatti, bisogna inchinarsi.
Il progetto è stato portato avanti a Meina da Rossana Ottolenghi, figlia di Becky Ottolenghi Behar, la cui famiglia è stata l’unica a salvarsi dall’eccidio, e si è impegnata per tutta la vita a ricordare quanto successe soprattutto tra le giovani generazioni.
L’iniziativa, incominciata con un incontro istituzionale presso il Municipio di Meina, a cui hanno partecipato il prefetto di Novara, le autorità militari e i sindaci delle comunità rivierasche e che ha visto una grande partecipazione della cittadinanza, è stata organizzata congiuntamente dal Comune di Meina, dall’Istituto Storico di Novara e da Lev Chadash ed ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica.
Durante l’incontro, è stato letto un messaggio del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in cui tra l’altro Renzo Gattegna ha affermato che l’iniziativa “costituisce un importante momento di riflessione sul tema della Memoria, sulla sua elaborazione, sulla lezione del passato”. “L’Ucei”, continua il messaggio, “è l’ente istituzionale di rappresentanza di tutti gli ebrei italiani: un mondo piccolo ma estremamente diversificato e plurale. E per noi essere qua oggi, rappresentati dal nostro Assessore alle scuole e ai giovani, Guido Osimo, costituisce prima di tutto una responsabilità e un impegno vero, che rinnoviamo davanti a tutti voi”.
In conclusione della cerimonia, terminata con la lettura di testimonianze sulla strage perpetrata sul Lago Maggiore e con una preghiera ebraica, il sindaco di Meina, Fabrizio Barbieri, ha annunciato che è intenzione dell’amministrazione comunale trasformare lo spazio dove un tempo sorgeva l’Hotel Meina in un Parco della Memoria.