“No alla mostra antisemita”. Polemica alla Fondazione Prada Venezia

Italia

di Nathan Greppi
Alcuni visitatori ebrei e israeliani presso la Fondazione Prada a Venezia hanno recentemente espresso la loro indignazione per una mostra che sembrava presentare segni di antisemitismo.

In questo periodo, la Fondazione espone un’installazione dell’artista svizzero Christoph Büchel dal titolo Monte di Pietà che, secondo la Fondazione, “è un’immersione profonda nel concetto di debito come radice della società e veicolo attraverso il quale si esercita il potere politico e culturale”.

L’installazione comprende documenti, opere d’arte antiche e contemporanee legate al settore immobiliare, al credito e alla finanza. Tra questi, ci sono documenti precedentemente classificati del governo britannico relativi a delle “obbligazioni di guerra” prestate all’allora Palestina mandataria, due sacchi di cemento con scritte in ebraico su di essi, e un monitor che mostra immagini dei confini di Gaza e del Libano, così come di Tel Aviv e Gerusalemme.

Dietro questo monitor, c’è una cartolina in ebraico con la testa di Lord Balfour, e la data di novembre in cui è stata firmata la Dichiarazione Balfour per la creazione di uno Stato ebraico nella Palestina sotto Mandato Britannico.

La reazione dell’EJA

L’EJA (European Jewish Association), organizzazione che rappresenta centinaia di comunità ebraiche in tutto il continente, è stata informata da numerosi testimoni del contenuto della mostra che, secondo loro, avrebbe tutti i tratti distintivi dell’antisemitismo e rimaneggerebbe i luoghi comuni sugli ebrei ricchi e potenti. Coloro che hanno visto la mostra, hanno anche avuto l’impressione che i documenti sui titoli di guerra e la cartolina di Lord Balfour suggerissero che la mostra cercasse di dipingere la creazione dello Stato di Israele come il frutto di una cospirazione segreta.

Il presidente dell’EJA, Rav Menachem Margolin, ha dichiarato: “Le parti di questa installazione che mettono sotto i riflettori Israele suggeriscono chiaramente che gli ebrei e gli israeliani hanno soldi e potere, e che qualsiasi guerra, sia essa avvenuta a Gaza, in Libano o durante la creazione dello Stato di Israele, è stata solo il frutto dell’interesse finanziario ebraico”.

“Questa installazione”, ha continuato, “per quanto il messaggio possa sembrare sottile, sta semplicemente rimaneggiando alcuni dei più antichi luoghi comuni antisemiti. Ciò che rende questa particolare installazione ancora più sinistra è che tenta di avvolgere questi topoi sotto il mantello dell’’arte’, affinché le persone si fermino a guardare e ci riflettano. Cerca di trasmettere un’idea che è antisemita alla radice. […] Ciò risulta estremamente pericoloso e irresponsabile, alla luce dell’aumento record dell’antisemitismo a seguito del massacro del 7 ottobre e della guerra in corso a Gaza”.

Rav Margolin ha anche aggiunto: “Non riesco a capire come la Fondazione Prada non sia riuscita a vedere i chiari topoi antisemiti esposti in questa installazione. Che lo abbiano capito o meno non importa, ogni ebreo e israeliano che ha visto la mostra sapeva esattamente cosa stesse trasmettendo, perché l’abbiamo visto nel corso della nostra storia. Chiedo alla Fondazione di rimuovere tutta l’esposizione. Collegare i temi del denaro e del potere agli ebrei e a Israele è puro antisemitismo, per quanto artistico ciò pretendi di essere”.