Riccardo Pacifici, già vicepresidente e portavoce della Comunità ebraica di Roma, è il vincitore delle elezioni di domenica 30 marzo e sarà lui, con ogni probabilità, a succedere al presidente Paserman, che dopo otto anni al vertice della Comunità romana non si è ricandidato. La lista Per Israele ha ottenuto la maggioranza dei voti e tutti i 16 candidati sono stati eletti al Consiglio della Comunità. Gli altri 12 eletti appartengono alla lista Per i giovani insieme. Nessun eletto invece per la lista Yachad. Le elezioni della Comunità romana hanno suscitato l’interesse dei media nazionali che hanno dedicato spazio ai candidati e alla battaglia elettorale.
Pacifici, con 1803 voti, ha ottenuto un forte consenso personale, mentre la media degli altri eletti della sua lista, circa 1100 voti, dimostra che i 16 di Per Israele sono stati votati in blocco da quasi i due terzi degli elettori. La partecipazione al voto è stata abbastanza alta per un’elezione comunitaria, il 34,4 per cento, (votanti 3757 su 10921) circa 1000 persone in più rispetto all’ultima tornata elettorale.
Il clima in cui si sono svolte queste elezioni non è stato dei più sereni; non sono mancati appelli dai toni accesi e anche qualche colpo basso sul piano personale.
Pacifici, in particolare, è un uomo che ha messo in gioco, in questi anni da vicepresidente e soprattutto da portavoce della Comunità, molta passione anche nella difesa pubblica di Israele, molta energia che alcuni, a Roma e non solo, hanno visto come un eccesso di protagonismo e una pretesa di rappresentatività di tutto l’ebraismo italiano, invece molto variegato anche nelle sue posizioni politiche.
Proprio il suo “interventismo” nella vita politica nazionale, che gli ha causato critiche, ma anche consensi, ha portato spesso la voce degli ebrei sui media che oggi hanno seguito con curiosità le elezioni romane. In una intervista al Messaggero, alla domanda proprio sul suo “interventismo”, risponde: “Bisogna esserlo. Ma sottraendosi allo stereotipo dell’ebreo solo vittima della Shoah o coinvolto nel conflitto mediorientale. Esprimendo i nostri valori”.
Sul dopo elezioni, dice: “Adesso bisogna rompere le logiche degli schieramenti, azzerare i protagonismi, lavorare per una Comunità di tutti migliorando i servizi”. I primi obiettivi dichiarati: “Apriremo gli spacci di carne kasher a prezzi calmierati a Monteverde Vecchio e a piazza Bologna. Inaugureremo un centro comunitario con sinagoga nella zona di Ostia, dove vivono circa 400 ebrei, che già ha il rabbino designato, Ariel Di Porto. E poi realizzeremo due centri sportivi a Ponte Marconi e all’Acqua Acetosa, aperti a tutta la città”.