di Sara Pirotta
“La Giornata della Memoria non deve venire gettata via solo perché potrebbe essere anche altro rispetto a quel che è ed è stata in questi dieci anni. Se non sostenuto da una valida alternativa, questo ragionamento finirebbe per farci rimanere immobili, incapaci di lasciare anche solo una briciola di consapevolezza nelle giovani generazioni”. E’ decisa e ferma la reazione di Furio Colombo alle parole di Ernesto Galli Della Loggia, che aveva denunciato il rischio che il 27 gennaio si trasformasse, in particolare per i ragazzi, in una ricorrenza inautentica e vuota perché imposta dall’alto. Sono diversi i motivi per cui il giornalista e scrittore torinese, promotore della legge 211 votata all’unanimità in parlamento nel gennaio 2000, difende l’esistenza di questa ricorrenza. “Se non ci fosse una legge – continua Colombo – il lavoro di studio e documentazione che viene affrontato in molte scuole in occasione di questa giornata non verrebbe fatto, proprio perché non normato, anche se ci fosse la sensibilità degli insegnanti. Non metto in dubbio che possano esserci casi in cui venga messo in pratica nel modo sbagliato, ma ho sempre assistito a celebrazioni toccanti e intelligenti, in cui i ragazzi dimostravano di avere conosciuto e approfondito la tragedia di quegli anni”. Proprio in tema di memoria e consapevolezza storica, Colombo mette in luce uno degli obiettivi principali della ricorrenza. “Era necessario che in questo Paese ci fosse una legge che obbligasse a riflettere sulla responsabilità italiana delle leggi razziali del ’38 e delle successive deportazioni. Ci eravamo messi in testa che i cattivi fossero i Tedeschi e invece, come molta storiografia ha dimostrato, la maggior parte degli arresti sono opera di connazionali. Questa è una verità che deve essere affrontata e conosciuta, perché in Europa, accanto alla Germania, solo l’Italia fascista ha votato quelle leggi”.
“Come dissi alla Camera il 20 gennaio 2000 quando chiesi l’istituzione della legge noi sediamo nei banchi di chi quelle leggi ha approvato all’unanimità. Fu un delitto italiano e per questo serve una legge italiana.”
Furio Colombo guarda anche agli Stati Uniti, nel rimarcare la necessità della legge in ricordo delle vittime della Shoah. “Persino il Paese meno normativo del mondo ha stabilito che le tre fondamentali feste popolari fossero sancite per legge. Al di là dell’esempio, il rischio della cerimonialità esiste, ma dobbiamo considerare che in questo modo proviamo a diminuire la possibilità che i giovani diventino adulti senza sapere ciò che è accaduto”.