di Paolo Castellano
Un segnale per la convivenza tra le diverse anime religiose ed etniche di Milano. Per questo motivo il capogruppo di Forza Italia in Comune, Alessandro De Chirico, ha proposto di intitolare il ponte di Via Adriano a David Ben Gurion, fondatore e primo ministro dello Stato d’Israele. Infatti De Chirico ha presentato una mozione durante il Consiglio comunale del 13 maggio, affermando che non si tratta di una provocazione ma di un gesto per consolidare la convivenza tra differenti culture in virtù dei principi democratici. La mozione dovrebbe essere discussa in Consiglio comunale entro giugno.
«Il ponte si trova in un quartiere multiculturale a predominanza islamica e con molti immigrati, in cui ci sono la moschea Mariam e altri centri culturali musulmani».
«È importante dedicare il ponte a Ben Gurion perché ha dato lustro a Israele, battendosi per i diritti delle minoranze islamiche che, oggi come allora, possono esprimersi politicamente all’interno della Knesset e nelle istituzioni israeliane», ha sottolineato De Chirico.
La proposta del consigliere comunale è arrivata nei giorni della celebrazione del 74esimo anniversario della nascita dello Stato ebraico.
«Come ha ribadito l’Amministrazione Sala, Milano è una città aperta e all’avanguardia in materia di diritti. Ciononostante, tutti noi abbiamo altresì dei doveri per far progredire questo modello».
Il ponte di Via Adriano si trova vicino a uno dei quartieri più multietnici di Milano dove risiedono diverse comunità musulmane: al civico 144 di Via Padova si trova infatti la sede della Casa della Cultura Islamica e c’è la concreta possibilità che una nuova moschea possa sorgere negli spazi comunali degli ex bagni pubblici di Via Esterle – il vecchio bando scadrà a fine maggio.
Secondo De Chirico, Ben Gurion non è soltanto simbolo di coesistenza ma esempio di ambientalismo.
«Vogliamo sensibilizzare i milanesi sui temi ambientali. Prima della pandemia, mi sono recato in Israele per visitare Tel Aviv. Mentre atterravo sono rimasto sorpreso dalla rigogliosa vegetazione che ho intravisto dall’oblò. In quel momento ho capito il significato dell’espressione “far fiorire il deserto“», ha detto il consigliere comunale.
«In quest’ottica non possiamo far altro che prendere spunto da Israele perché sulle politiche ambientali è all’avanguardia. Dunque, per noi è certamente un punto di riferimento per mettere in atto strategie contro il riscaldamento globale. Dedicare il ponte a uno dei fondatori di Israele è un modo per valorizzare di più quel luogo rendendolo ancora più green».