“Non è accettabile che la presentazione del libro “Vivere con la spada. Il terrorismo sacro d’Israele”, promossa dalla Consigliera di maggioranza Anita Sonego, abbia luogo in una sala del Comune di Milano, casa del dialogo e non di propaganda. Questo libro e il volantino allegato usano termini falsi ed iniqui (sionismo mondiale… Crimini e pulizia etnica dei sionisti) che tendono a stigmatizzare il conflitto mediorientale come una realtà dove Israele è il carnefice e i palestinesi le vittime innocenti”.
Questo l’indignato appello firmato firmato dal vicesindaco Ada Lucia De Cesaris e dei consiglieri democratici Ruggero Gabbai, Rosaria Iardino, David Gentili e Anna Scavuzzo contro la presentazione del libro ‘Vivere con la spada. Il terrorismo sacro di Israele’ di Livia Rokach, (prefazione di Noam Chomsky), in programma il 20 giugno proprio nella Sala Appiani del Comune di Milano, nell’Arena Civica. L’evento vedrà la partecipazione, in qualità di ospite, anche di Paolo Limonta, braccio destro del sindaco e responsabile Ufficio relazioni con la città dell’amministrazione.
«Non è accettabile che la presentazione del libro abbia luogo in una sala del Comune di Milano, casa del dialogo e non di propaganda – si legge nel comunicato -. Gli incontri pubblici che diffondono notizie faziose senza contraddittorio non riflettono la sensibilità e la volontà della Giunta Pisapia, nonché della maggioranza del Consiglio comunale che da sempre ha cercato di incoraggiare il dialogo tra le due parti».
Nel mirino finiscono alcune frasi usate nel volume e nel volantino dell’iniziativa (in programma per il 20 giugno): «sionismo mondiale» e «crimini e pulizia etnica dei sionisti». Parole che, affermano, «tendono a stigmatizzare il conflitto mediorientale come una realtà dove Israele è il carnefice e i palestinesi le vittime innocenti. La realtà israelo-palestinese è ben più complessa».
Molto eloquenti anche i toni dell’invito alla presentazione del libro, dove si descrive l’autrice come una paladina della lotta contro l’imperialismo sionista. “Livia era ebrea/palestinese, figlia dell’ex ministro degli Interni Israel Rokach – vi si legge -.Lavorava in Italia per la radio israeliana che la licenziò per le notizie “non allineate” che aveva dato sulla Guerra dei Sei giorni. Scelse di stare in Italia e svolse una intensa opera pubblicistica sempre contro l’imperialismo e tutte le ingiustizie. Morì suicida a Roma nel 1984. Nessuno volle pubblicare il suo libro in Italia. I sionisti fecero di tutto per ostacolarla. Grazie a Noam Chomsky, il libro uscì negli USA, nonostante le minacce di azione giudiziaria dello stato d’Israele”.
“La sinistra di governo in Italia e la Giunta Pisapia – continua l’appello contro la presentazione del volume – hanno dimostrato di superare alcuni pregiudizi del passato per creare una nuova narrazione che possa gettare ponti per una pace possibile che veda la creazione di due stati per due popoli. Milano in vista di Expo vuole essere città del dialogo e del confronto sincero tra israeliani e palestinesi come più volte auspicato dal Sindaco dopo il suo viaggio in Medio Oriente”.