Ragazzino Rom bruciato vivo

Italia

Fino a quando continueremo ad ignorare la persecuzione del popolo Rom in Italia? Fino a quando useremo “prudenza” nel parlare e nello scrivere dei roghi dolosi, appiccati da razzisti per uccidere gli “zingari”? Fino a quando eviteremo di contare i bambini Rom che muoiono ogni anno di freddo, fame, infezioni, nei campi e nei microinsediamenti? Fino a quando ci ostineremo a credere che le donne, i malati, i deboli “sarebbero morti lo stesso” e finalmente ammetteremo che li ha assassinati l’Italia dell’odio razziale? Fino a quando gli antirazzisti si esprimeranno in modo tanto cauto? Fino a quando si lasceranno intimidire dall’arroganza di chi ha potere? Fino a quando, in ossequio alle autorità, lasceremo le ultime mani tese senza una moneta, dopo aver scelto la via dell’intolleranza (o della “tolleranza zero”, che è la stessa cosa) e abbandonato quelle della solidarietà e della carità? Fino a quando avremo paura di chiamare l’oppressione del popolo Rom con il nome di nuovo Olocausto? Ieri notte a Milano, nell’ex area Falk di Sesto San Giovanni (Milano) un bambino Rom di circa 12 anni è morto bruciato vivo. I pompieri, intervenuti dopo la mezzanotte, hanno trovato il suo corpo già carbonizzato. Fino a quando continueremo a considerare questi cadaveri “incidenti” e non vittime? Fino a quando ci illuderemo di essere innocenti?

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